C’è poca considerazione nel mondo per le violenze e gli atti di ostilità nei confronti dei cristiani e dei luoghi di culto. A denunciarlo è il Consiglio d’Europa, riunito a Strasburgo dal 26 al 30 gennaio in Assemblea parlamentare, con una risoluzione intitolata Tackling intolerance and discrimination in Europe with a special focus on Christians.
Il relatore del rapporto è Valeriu Ghiletchi, rappresentante della Repubblica di Moldova nonché pastore battista. Secondo lui – come riporta L’Osservatore Romano – gli Stati membri del Consiglio d’Europa dovrebbero promuovere una cultura della tolleranza religiosa. Ghiletchi ritiene che spetta ai singoli Paesi vigilare affinché i diritti siano protetti e siano garantite libertà d’espressione e di riunione.
Malgrado la libertà di religione è un diritto protetto dai trattati internazionali, Ghiletchi sottolinea che da qualche anno “l’ostilità verso la religione in Europa dà luogo a numerosi atti di violenza e vandalismo e a restrizioni riguardanti l’espressione della fede”. Un fenomeno che “nega il contributo della religione alle nostre società e danneggia il carattere democratico e pluralista dei nostri Stati”.
Di qui l’invito ai singoli Stati a dar vita a iniziative tese a “sviluppare la coscienza sociale, la tolleranza, la comprensione, il cambiamento e il dibattito pubblico”. Solo così si farebbe in modo – conclude Ghiletchi – che “la protezione accordata alla libertà di religione dal diritto internazionale venga effettivamente applicata negli Stati membri del Consiglio d’Europa e che il diritto di praticare la propria religione non sia una parola vana”.