Sodano: "Quando giocavo sotto il quadro di don Bosco"

Il cardinale decano celebra la Messa in Vaticano per i dipendenti della Tipografia Vaticana e de L’Osservatore Romano, nella memoria liturgica del fondatore dei salesiani

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“Mentre i politici dell’Ottocento si preoccupavano di formare l’Italia, don Bosco si preoccupava soprattutto di formare gli italiani”. Così il cardinale decano Angelo Sodano ha ricordato la figura del fondatore dei salesiani, di cui oggi si celebra la memoria liturgica, nella Messa per i dipendenti della Tipografia Vaticana e de L’Osservatore Romano, celebrata stamane nella cappella del Coro della Basilica di San Pietro.

Nella sua omelia – riportata dal quotidiano vaticano – il porporato ha ricordato quando, a quattro anni, frequentava l’asilo infantile tenuto dalle figlie di Maria Ausiliatrice nel suo paese natale di Isola d’Asti: “La nostra maestra, suor Margherita – ha raccontato – al termine delle orazioni quotidiane, ci faceva sempre invocare l’intercessione di don Bosco, dopo quella di Maria ausiliatrice. […] Un quadro del santo dominava il grande salone dei giochi e, quindi, noi bambini lo sentivamo come un amico a noi vicino”.

In particolare, la cosa che ha sempre maggiormente colpito il cardinale della figura di don Bosco era la profonda spiritualità e lo spirito di preghiera: “La preghiera — ha sottolineato – riempiva le sue giornate, pur piene di mille impegni pastorali”.

Grande era poi il tempo che il Santo dedicava ai ragazzi di Torino. “Per loro – ha rammentato – creò il primo oratorio, scuole di ogni tipo, in particolare scuole professionali e tipografiche, spingendosi anche ad aiutare i giovani detenuti nel noto carcere de ‘la Generala’ di Torino”. Si impegnò tantissimo anche per l’istituzione di scuole professionali, seguendo la linea educativa di “formare dei buoni cristiani, per avere degli onesti cittadini”.

All’inizio della messa, don Sergio Pellini, direttore generale della Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano, ha rivolto ai presenti un breve saluto, ricordando la ricorrenza del bicentenario della nascita di don Bosco, che si celebrerà il 16 agosto 2015. Ha poi affidato al Santo “le preoccupazioni, le fatiche e le speranze” di quanti lavorano nella Tipografia Vaticana e nell’Osservatore Romano.

Insieme a Pellini e Sodano hanno concelebrato i salesiani Marek Kaczmarczyk, direttore commerciale della Tipografia, il gesuita Władisław Gryzło, incaricato dell’edizione polacca del quotidiano, e padre Ruiz Freites.

Al termine della celebrazione, dieci dipendenti della Tipografia Vaticana e cinque del Servizio Fotografico hanno pronunciato la formula del giuramento di fede e di comunione ecclesiale e del giuramento di fedeltà nel lavoro.

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ZENIT Staff

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