Il nuovo umanesimo parte dal "sì alla vita"

Iniziative in tutta Italia per la 37esima Giornata per la Vita, che si celebra domenica prossima. L’invito dei vescovi a “una cura più adeguata della vita”

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È un vero e proprio fiume di persone quello atteso domenica mattina, 1 febbraio, su via della Conciliazione al termine della Messa che si terrà, con inizio alle 10.30, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina. Numerosi appartenenti al Movimento per la Vita si sono infatti dati appuntamento, in occasione della 37esima Giornata per la Vita, al fine di formare un gioioso corteo animato da bandiere e palloncini verdi e raggiungere piazza San Pietro per recitare l’Angelus insieme a papa Francesco.

Ma il popolo pro-vita che si radunerà sotto le finestre del Palazzo Apostolico sarà solo la fotografia simbolica di quella che si appresta ad essere una giornata di grande mobilitazione a Roma e in tutta Italia. Veglie di preghiera, celebrazioni, benedizioni di bambini e donne incinte, opere teatrali per rimarcare l’importanza della vita nascente e della sua tutela sono in programma nelle diocesi da nord a sud della Penisola.

In 100 parrocchie romane domenica mattina verranno distribuiti fuori dalle Messe materiali informativi sulle tematiche inerenti la difesa della vita umana. Come ogni anno, il simbolo che accompagnerà la Giornata sarà la pianta di primula, icona della forza della vita anche nelle condizioni più sfavorevoli.

15mila piantine orneranno i banchetti allestiti sui sagrati delle chiese, dove i fedeli potranno trovare il periodico L’InformaVita nella sua edizione speciale per la Giornata, stampato in 40mila copie. Il giornale del Mpv romano darà risalto ad alcuni servizi come il Progetto Gemma, che in 20 anni di attività ha aiutato 20mila mamme in tutta Italia, e il numero verde Sos Vita, che ha permesso la nascita di tanti bambini destinati altrimenti a non vedere la luce.

L’attenzione nei confronti dei più piccoli non si esaurisce nel momento della loro nascita. Quest’anno i riflettori verranno puntati verso il problema del gender. A RomaSette Antonio Ventura, presidente del Mpv di Roma, parla della petizione di sensibilizzazione su questa ideologia “persuasiva e insidiosa che tende a insinuarsi soprattutto nei più piccoli, mistificando la realtà sulla vita e sull’uomo”.

Sono già oltre 50mila le adesioni raccolte attraverso il solo passaparola. I faldoni con le firme verranno poi consegnati sulla scrivania del presidente del Consiglio Matteo Renzi, su quella del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e su quella, in Quirinale, che attende l’arrivo del nuovo presidente della Repubblica. Il tutto, con la speranza che le Istituzioni ascoltino il grido d’allarme dei genitori circa l’emergenza educativa dei propri figli.

È proprio ai bambini, oltre che agli anziani, che è rivolta l’attenzione dei vescovi italiani. Il messaggio per la Giornata diffuso dalla Conferenza episcopale italiana ha come titolo Solidali per la vita e inizia con le parole di papa Francesco: “I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita”. Di qui l’impegno sollecitato dai vescovi a “un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine”.

Nel documento la Cei affronta le problematiche della denatalità e dell’aborto. I vescovi sottolineano che “i bambini che nascono oggi, sempre meno, si ritroveranno ad essere come la punta di una piramide sociale rovesciata, portando su di loro il peso schiacciante delle generazioni precedenti”.

Questo desolante scenario – rilevano – ha tra le cause l’aborto, che impedisce ogni anno in Italia la nascita di 100mila bambini. “Non va dimenticato – si legge inoltre – che la stessa prassi della fecondazione artificiale, mentre persegue il diritto del figlio ad ogni costo, comporta nella sua metodica una notevole dispersione di ovuli fecondati, cioè di esseri umani, che non nasceranno mai”.

Per assecondare il desiderio di avere un figlio senza trasformalo “in pretesa”, i vescovi invitano ad “aprire il cuore anche ai bambini già nati e in stato di abbandono”. Per questo chiedono di “facilitare i percorsi di adozione” e caldeggiano “forme nuove e creative di generosità” come l’adozione di mamme in difficoltà da parte di famiglie “che si fanno carico di lei e del nascituro, evitando così il rischio dell’aborto al quale, anche suo malgrado, è orientata”.

È da questi percorsi di solidarietà – concludono i vescovi italiani – che bisogna ripartire per inaugurare quel “nuovo umanesimo” che “ci attende e parte dal sì alla vita”. 

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Federico Cenci

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