Ricorrono quest’anno 70 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, avvenuta contestualmente alla fine della guerra, a cui seguì la liberazione dei numerosi lager sparsi in Europa.
Per ricordare questo momento di luce dopo anni di buio e di orrore, il Complesso Monumentale del Vittoriano ha inaugurato ieri, nella Sala della Gipsoteca, la mostra “La liberazione dei campi nazisti”, che sarà allestita fino al prossimo 15 marzo.
Si tratta della quinta esposizione del Complesso alle spalle dell’Altare della Patria dedicata al tema della Shoah, dopo quelle degli scorsi anni: 1938. Leggi Razziali; Auschwitz-Birkenau; I ghetti nazisti; 16 ottobre. La razzia degli ebrei romani.
Ideata e realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah con la curatela del direttore scientifico Marcello Pezzetti, la mostra – a ingresso libero – vede la partecipazione di numerose tra le più importanti realtà museali e archivistiche nazionali ed europee dedicate alla conservazione della memoria del periodo. Si avvale inoltre del patrocinio delle più importanti istituzioni di riferimento.
Il percorso abbraccia un arco temporale lungo circa un anno, tra i mesi di luglio 1944 e maggio del 1945, raccontando con dovizia di particolari le specificità, gli antefatti e i risvolti delle liberazioni dei luoghi di sterminio istituiti dai nazisti in tutta l’Europa occupato. Lo sguardo si posa specialmente sui campi che abbiano visto la presenza di deportati ebrei italiani, non dimenticando però le vicende relative alla deportazione “politica” ad opera del sistema di oppressione nazifascista.
Elemento centrale della narrazione è tuttavia il dramma dei sopravvissuti alla Shoah: uomini e donne per anni vittime persecuzioni, devastati nell’anima e nel corpo dal lavoro, dagli abusi, dalla fame e dalle continue umiliazioni. Sono presenti quindi fotografie dell’epoca e video originali girati dalle truppe Alleate al momento dell’apertura dei cancelli, iproposti nella loro estrema crudezza senza alcuna censura. Ma si ritrovano, lungo il percorso, anche lettere di familiari, scarpe, pettini e altri oggetti quotidiani, come pure le fruste e i pugnali usati dalle SS.
La mostra si avvale della collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni e delle attività culturali, del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Camera di Commercio di Roma. E’ sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.