Ero a cena in una famiglia composta da papà, mamma e tre figli, quindici, diciassette e vent’anni.
Dopo i primi convenevoli il discorso cade dove il dente duole: le mille preoccupazioni che i figli danno ai genitori, Lino e Lena; sulla opportunità o meno di correggerli e se per correggerli con profitto non sia necessario scuoterli, almeno di tanto in tanto, con qualche severa minaccia.
A parlare è soprattutto Lino, il padre che aveva tante cose da dire. Lamentava la freddezza dei rapporti con i figli, elencava una lunga serie di fallimenti nei suoi tentativi di mettere ordine in casa. “Sembra proprio – si rammaricava – che siano tutti e tre d’accordo a fare esattamente il rovescio di quello che domando. Non reagiscono nemmeno quando li scuoto”.
A metà della cena il figlio diciassettenne, s’accorge che manca l’acqua e corre nel frigo a prenderne una bottiglia che mette subito al centro della tavola. Mamma Lena la stappa e la versa cortesemente nel mio bicchiere…Ma non ne esce nemmeno una goccia. Scuote e riscuote la bottiglia…versa…ma non c’è verso…non una goccia. “Ecco – esclama il papà – proprio come si comportano i miei figli: chiedo e non danno nulla, nemmeno una goccia”.
Mentre la moglie sorpresa e confusa manovra la bottiglia scuotendola, “Lena – interviene Lino sfoderando tutta la sua saggezza – non vedi che l’acqua nella bottiglia è ghiacciata? Per farla sciogliere basta pazientare un po’; è perfettamente inutile scuoterla. Lasciala qualche minuto a temperatura ambiente e la potremo bere.”
“Proprio così, Lino. Hai detto bene. Proprio così anche nella tua famiglia come in tutte le altre. Forse anche con i tuoi figli si sono ghiacciati i rapporti.
Non serve scuoterli con glaciale severità, né tanto meno minacciarli. Perché i figli si sciolgano basta pazientare un po’, immergendoli nel tepore dell’ambiente domestico.
È necessario il calore della famiglia. Mettili a temperatura ambiente.
Ciao da p. Andrea
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