Aperta la Causa di beatificazione di Chiara Lubich

Una grande folla ieri nella cattedrale di Frascati per la Prima Sessio presieduta dal vescovo Martinelli. Il Papa: “Ha acceso una nuova luce per la Chiesa sul cammino verso l’unità”

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Una cattedrale gremita e una diretta internet seguita da oltre 18.000 punti di ascolto nei cinque continenti. Questi i contorni con cui si è aperta la “Causa di beatificazione e canonizzazione” di Chiara Lubich, presieduta dal vescovo di Frascati Raffaello Martinelli. La notizia ha rimbalzato nei media, quasi a confermare un concetto caro e centrale nel pensiero e nella mistica della fondatrice dei Focolari: «Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo».

Papa Francesco ha voluto farsi presente tramite un messaggio a firma del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, letto dal cardinale Tarcisio Bertone, presente alla cerimonia. In esso il Santo Padre ricorda «il luminoso esempio di vita della fondatrice del Movimento dei Focolari» a quanti «ne conservano la preziosa eredità spirituale». Inoltre «invoca abbondanti doni su quanti sono impegnati nella postulazione ed esorta a far conoscere al popolo di Dio la vita e le opere di colei che, accogliendo l’invito del Signore, ha acceso per la Chiesa una nuova luce sul cammino verso l’unità».

Tra i partecipanti erano presenti diversi cardinali, arcivescovi e vescovi. Numerosi gli esponenti di Movimenti e Associazioni, cattolici e ortodossi. Presenti anche fedeli musulmani e buddisti. Da Trento, città natale della Lubich, una rappresentanza delle istituzioni civili, così come da Frascati, Rocca di Papa e dai comuni limitrofi che l’hanno avuta concittadina. La cerimonia, iniziata alle ore 16 con la recita dei Vespri, è proseguita con la Sessione di Apertura dell’Inchiesta Diocesana.

Ascolto e attesa per le parole pronunciate dal vescovo Raffaello Martinelli, che ha caratterizzato l’atto in cattedrale come un «rendere gloria e lode a Dio nostro Padre, perché attraverso i suoi figli e figlie fa risplendere la sua gloria. E’ un servizio che vogliamo rendere alla Chiesa in modo da offrire, anche alla Chiesa, una testimonianza di fede, di speranza, di carità attraverso la vita di una delle sue figlie». Rilevando quanto il compito non sia facile e debba essere svolto con criteri di serenità e di obbiettività, mons. Martinelli ha concluso augurandosi che, con il percorso ora iniziato, «possa splendere sempre di più la gloria del Signore, di cui Lui ha voluto rendere partecipe questa sua, nostra Serva di Dio».

A conclusione della celebrazione la parola è andata alla presidente dei Focolari Maria Voce. Nel suo saluto ha tratteggiato il dono che Chiara Lubich è stata per tanti: «Accogliendo il carisma che Dio le dava, Chiara si è profusa perché questa via di vita evangelica fosse percorsa da molti, in una determinazione sempre rinnovata ad aiutare quanti incontrava a mettere Dio al primo posto e a “farsi santi insieme”. Il suo sguardo e il suo cuore erano mossi da un amore universale, capace di abbracciare tutti gli uomini al di là di ogni differenza, sempre proteso a realizzare il testamento di Gesù: “Ut omnes unum sint”». Ha voluto ricordare anche il gruppo delle prime e dei primi compagni della Lubich «che hanno permesso fin dal primo momento di testimoniare la bellezza e la possibilità di percorrere insieme, in unità, il cammino verso l’unica meta», concludendo: «Attenderemo con umiltà il sapiente giudizio del Santo Padre e chiediamo a Dio, solo per la sua gloria e per il bene di molti, che, con l’eventuale riconoscimento dell’esemplarità di Chiara, l’umanità e la storia possano conoscere nuovi sviluppi di pace, di unità e di fraternità universale».

Molti gli echi e i commenti suscitati dall’apertura della Causa riguardante la figura di Chiara Lubich. Significativo quanto dichiarato dal vescovo di Vasai, India, Felix Machado, in qualità di presidente dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (Fabc): «L’Asia gioisce per l’apertura della causa di beatificazione di Chiara Lubich. E’ un passo che darà grande spinta al dialogo interreligioso».

Con l’inizio dell’Inchiesta diocesana  la Chiesa attribuisce a Chiara Lubich il titolo di serva di Dio, e prosegue con la raccolta dei suoi scritti inediti e l’ascolto dei testimoni. Il Tribunale nominato dal vescovo Martinelli è composto da mons. Angelo Amati, in qualità di delegato episcopale, d. Emanuele Fawed-Kazah, promotore di giustizia, e dall’avv. Patrizia Sabatini, notaio. Da parte sua, la postulazione nominata dalla presidente dei Focolari è formata dal postulatore d. Silvestre Marques e da due vicepostulatori: Lucia Abignente e Waldery Hilgeman. Il Tribunale ha stabilito già la sessione seguente per ascoltare la testimonianza di Maria Voce, fissandola per il giorno 12 febbraio 2015.

L’iter per l’avvio della Causa era iniziato il 7 dicembre 2013, cinque anni  dopo dalla morte della Lubich, nel settantesimo della fondazione dei Focolari e con la presentazione della richiesta formale al vescovo di Frascati Raffaello Martinelli da parte della presidente Maria Voce. Una domanda espressa in più occasioni da quanti si auguravano con questo atto una crescita di impegno spirituale e morale per il bene dell’umanità in molti. Paradigmatica la dichiarazione di Piero Taiti, esponente del dialogo con persone di culture non religiose promosso dai Focolari: «La stessa possibilità del dialogo è stata resa possibile a Chiara non al di là, ma proprio dentro la sua osservanza radicale della Parola, in cui molti di noi si sono ritrovati anche senza la stessa fede. Abbiamo partecipato in qualche maniera, senza sciocchi sincretismi, ad una ecclesia più vasta, potenzialmente contenente l’intera umanità senza confini di geografie e di culture diverse».

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ZENIT Staff

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