Secondo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, le autorità italiane avrebbero violato il diritto di rispetto della vita familiare nel sottrarre a una coppia un minore cui erano stati riconosciuti genitori in Russia, dopo aver stipulato un contratto con la madre biologica del piccolo. Tale contratto di utero in affitto è infatti legale in Russia, ma illegale in Italia.
La sentenza, commenta la Manif Pour Tous Italia, “si pone in contrasto con i principi e i valori della Costituzione italiana”. In un comunicato diffuso in queste ore, l’organizzazione scrive: “Come sentenziato a novembre dalla Corte di Cassazione, che ha legittimato l’allontanamento di un altro minore all’esito di una simile vicenda, ‘il divieto di pratiche di surrogazione di maternità è certamente di ordine pubblico, come già suggerisce la previsione della sanzione penale, di regola posta appunto a presidio di beni giuridici fondamentali. Vengono qui in rilievo la dignità umana – costituzionalmente tutelata – della gestante e l’istituto dell’adozione (…) governato da regola particolari poste a tutela di tutti gli interessati, in primo luogo dei minori (…)’ (Cass. Sez. I Civ. sent. 24001/14)”.
La Manif ricorda quindi che “la sentenza della Corte di Strasburgo non riguarda in alcun modo il merito delle leggi vigenti in Italia, che vietano e puniscono il ricorso alla maternità surrogata”, pertanto sono “destituite di ogni fondamento le pressioni strumentali che già invocano interventi del Parlamento”.
La Manif Pour Tous Italia chiede al Governo italiano di opporsi con forza alla sentenza per salvaguardare l’ordine pubblico dell’ordinamento italiano e il più rilevante valore di dignità umana espresso dalla nostra Costituzione, “gravemente leso dalla pratica dell’utero in affitto”. La Manif chiede inoltre che “lo stesso Governo si faccia promotore in tutte le sedi internazionali di un comune sforzo per porre un argine all’inquietante mercato dei figli in atto”.