Libertà chiama responsabilità

Carpi celebra la festa del Patrono dei giornalisti con un dibattito alla presenza del vescovo Cavina, dei parlamentari Ghizzoni e Patriarca, e del presidente nazionale FISC Zanotti

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“Non ci può essere libertà se non si accompagna alla responsabilità”. Nel dibattito che si è tenuto a Carpi in occasione della festa del Patrono dei giornalisti, sabato 24 gennaio, è stato unanime il consenso su questo principio fondamentale che deve regolare la vita pubblica.

In realtà nei giorni immediatamente successivi alla strage di Parigi sull’onda dell’emotività pareva prevalere invece la rivendicazione di una libertà di espressione assoluta, incurante delle altrui sensibilità.

Ospiti del vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, i giornalisti hanno celebrato la festa del loro patrono riflettendo sul tema della libertà di informazione come fondamento della democrazia con l’aiuto di autorevoli relatori: i parlamentari carpigiani Manuela Ghizzoni e Edoardo Patriarca insieme a Francesco Zanotti, presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc).

L’incontro si è aperto con un breve momento di riflessione e di preghiera che ha dato la possibilità a monsignor Cavina di andare subito alla radice del valore della libertà, quella autentica che per un credente viene dalla Verità che è Cristo.

Quindi prima di tutto libertà dal peccato, origine di ogni divisione, menzogna e sopraffazione ma da qui deriva anche la possibilità di essere realmente liberi dai condizionamenti di quel potere, in ogni sua espressione, che pretende di eliminare Dio dall’orizzonte della vita personale e collettiva. Una pretesa ha ricordato monsignor Cavina ben presente in tante opere letterarie e filosofiche citando in proposito Dostoevskij e Sartre.

È seguita poi un’interessante tavola rotonda con Ghizzoni, Patriarca e Zanotti per approfondire il rapporto tra libertà di informazione  e democrazia, così duramente messo in crisi dai recenti tragici eventi che stanno drammaticamente interessando tante parti del mondo, da Parigi alla Nigeria, all’Iraq.

Pur partendo ognuno dalla propria esperienza la conclusione è stata unanime: non è pensabile una libertà assoluta che non tenga conto della sensibilità dell’altro, che non sia accompagnata da una responsabilità individuale. Si tratta di un valore che non si può imporre per legge ma è frutto di un impegno educativo che deve iniziare nelle scuole per arrivare fino alle aule parlamentari dove, è stato notato un progressivo decadimento delle modalità del confronto tra posizioni diverse.

Così come convinto è l’impegno di tutti i relatori per garantire in Italia il principio del pluralismo informativo anche attraverso forme di contributo pubblico. Questo non vuol dire assolutamente sottrarsi alle logiche del mercato ma piuttosto evitare che sia solo il mercato ad imporre la sua legge in un settore così sensibile e vitale per una democrazia.

Ha concluso la tavola rotonda monsignor Cavina sintetizzando e approvando i punti cruciali del dibattito sul tema libertà e democrazia in coerenza con i principi della dottrina sociale della Chiesa. Il pensiero finale è stato di grande comprensione per le difficoltà che incontra la professione giornalistica oggi ma anche di stimolo a rifuggire dall’ipocrisia che purtroppo si riflette su una stampa sempre più omologata, a causa di comportamenti pubblici ambigui che se assecondati senza un giudizio critico alimentano un clima di menzogna e falsità.

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ZENIT Staff

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