Generare con la Chiesa

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mc 3,31-35

Lettura

Il brano del Vangelo di Marco che oggi abbiamo proclamato, descrive il fallimento del tentativo dei parenti di Gesù di riportarlo a Nazaret, perché, si diceva, fosse «fuori di sé». Gesù è in casa, simbolo della Chiesa, attorniato dalla folla che lo ascolta, mentre sua madre e gli altri parenti rimangono fuori. Alla richiesta di ritornare in paese con loro, Gesù risponde in modo sconvolgente, affermando che per lui (e per la Chiesa) essere discepolo conta più del legame di sangue, anche di quello materno.

Meditazione

Partendo dall’ultima frase del brano evangelico, sant’Agostino si domanda: «Forse non ha fatto la volontà del Padre, la Vergine Maria?». E risponde: «Maria santissima certamente ha fatto la volontà del Padre». Poi, prendendo spunto dall’affermazione di Gesù, aggiunge che «per lei è cosa più grande essere stata discepola di Cristo, che essere stata sua madre». La maternità, infatti, riguarda il rapporto di Maria con il corpo fisico di Gesù che lei ha generato nel suo grembo; il discepolato, invece, suppone l’accoglienza piena del Verbo eterno. Lanciatosi in questa prospettiva, il santo Vescovo d’Ippona chiede ai suoi uditori (e a noi suoi lettori) in che modo noi si possa essere, come dice Cristo, «sua madre». La risposta è questa: possiamo e dobbiamo esserlo partecipando, in modo attivo, al ministero generativo della Chiesa. La Chiesa è madre e genera i suoi figli attraverso il sacramento del battesimo. Ma la Chiesa non è un’astrazione, è un corpo, il corpo di Cristo, formato da noi sue membra. Ognuno di noi può e deve dare il suo contributo perché questa madre generi e rigeneri sempre nuovi figli. Tutti siamo implicati: dal sacerdote che amministra il sacramento del battesimo, ai genitori e ai padrini che s’impegnano a far di tutto perché esso, poi, sia vissuto; alla Comunità che deve sentire come suoi figli tutti i fedeli che fanno parte della parrocchia, anche quelli che spiritualmente e moralmente se ne fossero allontanati. Per questi ultimi, ognuno di noi dovrebbe nutrire i sentimenti “materni” dell’apostolo Paolo, che pur essendo stato rinnegato dai discepoli della Galàzia, si rivolge a loro, scrivendo: «Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché Cristo non sia formato in voi» (Gal 4,19). Un tale cristiano, direbbe Gesù, è per me madre.

Preghiera

Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa, ottienici d’imitarti nell’essere veri discepoli di tuo Figlio. Fa’ che anche noi accogliamo docilmente la Parola e sappiamo metterla in pratica, così che la nostra testimonianza generi nuovi figli alla Chiesa, per partecipare, con te, alla sua maternità salvifica.

Agire

Mi fermerò al battistero della mia parrocchia e lì, dove sono diventato figlio di Dio e figlio della Chiesa, ringrazierò il Signore e invocherò la Vergine Maria.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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