Vangelo
Lc 10,1-9
Lettura
Per la memoria dei santi Timoteo e Tito, discepoli e collaboratori di san Paolo, si leggono due brani dalle lettere che l’Apostolo ha loro indirizzato. Dal Vangelo di Luca, invece, si proclama il brano che narra l’invio dei settantadue discepoli, episodio registrato solo dal terzo Evangelista, il più aperto alla missione della Chiesa verso i pagani. Il numero settanta, infatti, rimanda all’elenco dei popoli nati dai figli di Noè, dopo il diluvio. I discepoli di Gesù devono raggiungere tutte le nazioni, anticipando in tal modo, la missione della Chiesa che è di per sé “cattolica”, cioè universale.
Meditazione
Siccome «la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai», Gesù, dopo aver istituito i Dodici, «designa settantadue discepoli» e li invia con la missione di annunciare il regno di Dio. Al collegio degli Apostoli si aggiungono così questi “missionari”, in modo che il Vangelo sia trasmesso a tutte le genti, fino ai nostri giorni. Se gli Apostoli hanno i loro successori nei Vescovi, i “settantadue” li hanno nei nostri sacerdoti. Ma tutti questi non sono bastati a colmare la scarsità di “operai” per il Regno. Ed ecco allora il preziosissimo contributo femminile nella trasmissione della fede. Ne abbiamo una testimonianza nella seconda lettera che san Paolo scrive a Timoteo, in essa l’Apostolo gli riconosce la fede schietta che fu prima nella sua nonna Lòide, poi in sua madre Eunìce. Perciò, nella stessa lettera, Paolo non ha paura di mettere accanto alla Scrittura, le sane parole che Timoteo ha udito da lui e le catechesi ricevute in famiglia, raccomandando al discepolo di rimanere saldo in quello che ha imparato e di cui è convinto, sapendo da chi l’ha appreso: la nonna, la mamma e lo stesso Paolo. Questo tipo di trasmissione della fede “al femminile” attraversa tutta la storia della Chiesa, soprattutto quando questa è costretta a nascondersi, perché perseguitata. Ne sanno qualcosa le Chiese dell’Est europeo che, durante la lunga persecuzione sovietica, hanno trasmesso la fede e il battesimo da madre a figlia, da nonna a nipote. Noi non siamo una Chiesa perseguitata, ma viviamo in una società scristianizzata nella quale le nonne hanno di nuovo la missione di trasmettere la fede ai nipotini. In troppe famiglie i genitori non educano più alla fede i loro bambini, ed ecco la “supplenza” delle “nonne a tempo pieno” che devono sentire l’obbligo morale d’insegnare ai nipotini a pregare, ad avere Gesù e la Madonnina per amici.
Preghiera
Signore, ti ringrazio d’avermi dato una famiglia che mi ha trasmesso il dono della fede. Mantienimi in questa fede e dammi la forza di testimoniarla con tutta la mia vita, per trasmetterla, così, in modo credibile, ai miei figli e nipoti. Amen.
Agire
Oggi dirò una preghiera di suffragio per quella nonna che più ha inciso sulla mia vita spirituale.
Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it