L’ultima visita pastorale di papa Francesco, la prossima assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi, il Convegno Ecclesiale di Firenze, la “colonizzazione ideologica” sono alcuni dei temi affrontati dal cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione dell’ultimo Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
“All’inizio del nuovo anno civile il nostro filiale saluto va dunque al Santo Padre, al quale esprimiamo la più viva gratitudine per l’infaticabile impegno, e formuliamo l’augurio affettuoso di forza e luce per il suo ministero, rinnovando la vicinanza convinta e operosa alla sua persona e al suo magistero”, ha detto Bagnasco, commentando le accorate parole rivolte dal Pontefice alle vittime del tifone nelle Filippine.
Il presidente della CEI ha anche ringraziato il Papa per le recenti nomine cardinalizie di monsignor Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, e monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni, ai quali ha rivolto “le felicitazioni più vive dell’Episcopato italiano e di questo Consiglio”.
Con riferimento alla prossima assemblea sinodale, avente a tema la famiglia, il cardinale Bagnasco ha menzionato nuovamente le parole del Santo Padre nelle Filippine ed in particolare il pericolo delle “colonizzazioni ideologiche”.
“Sono molto più che esortazioni: sono indicazioni di rotta e di metodo per la missione del popolo di Dio nel mondo quando si tratta di salvaguardare il bene dell’umanità”, ha detto il porporato.
Un importante appuntamento per l’episcopato italiano sarà l’Assemblea Generale della CEI, prevista per il prossimo maggio, un occasione per una “collegiale verifica sulla recezione dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium”, in vista del quinto Convegno Ecclesiale Nazionale, che avrà luogo a Firenze, dal 9 al 13 maggio, sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo.
Al Convegno, i vescovi italiani affronteranno la “sfida antropologica” scatenata da chi vorrebbe “capovolgere l’alfabeto dell’umano e ridefinire le basi della persona e della società”, esaltando la “libertà individuale assoluta”, che scioglie l’uomo da “legami etici e sociali”.
Una sfida che trasforma i figli in “un diritto degli adulti e un oggetto da produrre in laboratorio, anziché un dono da accogliere”, priva la famiglia della sua identità fondata sul “matrimonio” e sui “due generi”, dichiara “l’aborto come un diritto fondamentale così da impedire l’obiezione di coscienza”.
Al tempo stesso, ha proseguito il porporato, la cultura dominante “afferma la qualità della vita, ma la si concepisce come efficienza e produzione, anziché come rete di relazioni di giustizia e di solidarietà”; discute inoltre “sulla malattia e sulla morte come qualcosa che deve essere a nostra disposizione, e non invece nella prospettiva per cui la salute di ogni cittadino interessa il bene comune”.
Al Convegno di Firenze, pertanto, si rifletterà sulla famiglia come “baricentro esistenziale da preservare” e sull’impegno nella vita sociale come “aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese”.
Rievocando la recente assemblea di Assisi, Bagnasco ha sottolineato la necessità di una “formazione permanente” per i sacerdoti italiani e di un loro “migliore coinvolgimento, al fine di poter formulare – nei tempi più brevi – dei processi virtuosi da percorrere” assieme ai loro vescovi.
Un lungo e sofferto passaggio della prolusione è stato riservato dal presidente della CEI alla problematica del fondamentalismo islamico, per il quale “l’Occidente dovrebbe fare un serio esame di coscienza e chiedersi il perché di questo arruolamento violento e suicida”.
Se da un lato, “il mondo occidentale ha svuotato la coscienza collettiva di valori spirituali e morali soffocandola di cose, ma non di bene, di verità e di bellezza”, dall’altro il “bagaglio turpe e brutale del fondamentalismo” rischia di “incendiare non pochi animi, possa scuoterli dal torpore e dalla noia di una società sempre più liquida, fino a uccidere e a perdere la propria umanità”.
Condannando ogni forma di violenza in nome di Dio, definita “bestemmia contro l’uomo e contro il Creatore”, Bagnasco ha sottolineato che, alla manifestazione contro il terrorismo a Parigi sarebbe stato bello affiancare una protesta per il “continuo genocidio” di “migliaia di fratelli e sorelle perseguitati, straziati e uccisi perché cristiani o per motivi etnici”.
Dire “sì alla libertà di espressione, no alla libertà di offendere” è stato giudicato dal presidente della CEI “un passo avanti per superare la dittatura del pensiero unico”.
Parlando del rischio di un indottrinamento della gioventù italiana all’ideologia del gender, il porporato ha detto: “Non è inutile ricordare che – anche se la maggior parte dei genitori fosse d’accordo – chi non lo è ha il diritto di astenere i propri figli da quelle “lezioni” senza incorrere in nessuna forma, né esplicita né subdola, di ritorsione”, né di “ricatti o baratti di nessun tipo”.
Auspicando che il Parlamento riesca “in tempi brevi”, ad eleggere un presidente della Repubblica che “possa rappresentare con dignità riconosciuta e operosità provata il popolo e la Nazione”, il cardinale Bagnasco si è soffermato sulla crisi economica che attanaglia il paese, ammonendo che “non basta richiamare ad uno stile di vita più essenziale”, né “rincorrere i debiti”.
La politica ha dunque il dovere di “facilitare lo sviluppo e la creazione di lavoro”, mentre le imprese devono investire di più a tale scopo. “I fenomeni di corruzione – ha aggiunto il porporato – sono da deprecare e, se accertati, sono da perseguire con rigore, ma non devono deprimere né suggestionare, come se i corrotti fossero i furbi e gli onesti fossero una massa di illusi”.
In conclusione il cardinale Bagnasco ha ricordato l’Europa che, pur non essendo più il “centro del mondo”, continua ad avere una “missione universale”, in particolare nella tutela della dignità dell’uomo, rivolgendo infine il pensiero ai “tanti fratelli e sorelle che soffrono e muoiono perché sono cristiani”.