Toccare Gesù per essere guariti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mc 3,7-12

Lettura

Rifiutato dalle autorità religiose del suo popolo, Gesù si rivolge alla folla dei poveri che lo seguono perché bisognosi di essere guariti. Il suo Vangelo si diffonde ovunque, raggiungendo anche le città pagane di Tiro e Sidone, anticipo della missione futura della Chiesa che andrà oltre i confini d’Israele. La sua parola è autorevole, e la sua persona emana una virtù che guarisce tutti coloro che riescono a toccarlo. Gesù è veramente “il Figlio di Dio”; non come confessano i demoni, per la sua potenza, ma come sarà riconosciuto dal Centurione pagano, «per la sua debolezza», che l’ha reso solidale con l’uomo peccatore.

Meditazione

Toccare Gesù per essere guariti, non è privilegio riservato ai suoi contemporanei, né eccezione di cui hanno goduto pochi mistici, è possibilità offerta a tutti nell’Eucaristia. Con la Comunione, ricevendo il suo Corpo glorioso, noi lo tocchiamo e siamo toccati da Lui. Se non succede niente, se ritorniamo a casa con le nostre malattie fisiche e morali, è perché non abbiamo ricevuto il SS. Sacramento con sufficiente fede. Le nostre Comunioni sono spesso distratte, abitudinarie, banali. Allora che pretendiamo? Si potrebbe applicare a ognuno di noi ciò che il Vescovo dice al sacerdote nel rito dell’ordinazione: «Vivi ciò che celebri!». Vivilo, cominciando dagli stessi gesti. Renditi consapevole di chi ricevi, ed esprimi tale consapevolezza con tutta la tua persona. Il tuo “amen” al sacerdote che ti presenta il Corpo di Cristo, sia un grido di fede. Se poi lo ricevi nelle tue mani, fai con esse l’unico trono che egli si è riservato: la croce. Le tue mani formano la tua croce, fatta di difficoltà, sofferenze e miserie, che Gesù fa sua, rendendola salvifica. Metti la mano sinistra sulla destra, perché questa dovrà portare il sacro Corpo alla bocca. Se sei sposata, noterai che Gesù si poserà sulla tua fede nuziale, per poter sanare tutte le ferite che impediscono al tuo matrimonio d’essere quel grande sacramento che rende visibile l’amore che Cristo ha per la Chiesa (cfr. Ef 5,21-33). Nell’Eucaristia riceviamo e siamo toccati da Gesù, «sommo sacerdote, che può salvare [e sanare] perfettamente quelli che per mezzo di lui [della sua umanità] si avvicinano a Dio; essendo egli sempre vivo per intercedere a nostro favore». Non sprechiamo tanta grazia!

Preghiera

Gesù, vorrei avere la fede dell’emorroissa che si accontentò di toccare il lembo del tuo mantello, e fu subito guarita. Vorrei avere la fede del lebbroso che, sfidando la Legge, si avvicinò a te per lasciarsi toccare e fu purificato. E, quando faccio la Comunione, vorrei avere la fede di tua Madre che, abbracciandoti bambino, sapeva d’abbracciare Dio.

Agire

Per fare sempre in modo degno e fruttuoso la santa Comunione, curerò di più il mio atteggiamento interiore ed esteriore.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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