Liberate Greta e Vanessa, le due italiane rapite in Siria

La notizia è stata confermata da Palazzo Chigi tramite il proprio profilo Twitter. Intanto una fonte vicina ai ‘ribelli’ annuncia: “Padre Dall’Oglio è vivo nelle carceri dell’Isis”

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Sembra finito l’incubo che lo scorso 31 luglio ha inghiottito le due giovani italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria in una località nei pressi di Aleppo. Le due ragazze lombarde si erano recate in Medio Oriente tre giorni prima del sequestro, nell’ambito di un progetto fondato da loro stesse con il nome “Horryaty”. Per loro si trattava del secondo viaggio in Siria, che avevano già visitato nel marzo 2014. Conferme giungono da Palazzo Chigi, che annuncia su Twitter: “Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono libere, torneranno presto in Italia”.

A settembre era rimbalzata la notizia secondo cui le due ragazze sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi rispetto agli autori del rapimento. Fonte, il giornale libanese Al-Akhbar, il quale aveva riferito che le giovani sarebbero state attirate con inganno nella “casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo (la località in cui si trovavano nel momento del rapimento, ndr)” con il giornalista de Il Foglio Daniele Raineri, che sarebbe però riuscito a fuggire.

Il 31 dicembre scorso si è poi aggiunto un nuovo elemento alla vicenda. In un video di 23 secondi apparso su Yotube e registrato almeno una settimana prima della pubblicazione, le due ragazze si rivolgevano così al governo italiano: “Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nostre vite”. Poche ore dopo la diffusione del video, il gruppo terrorista islamico operante in Siria al-Nursa aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze.

Proprio nei confronti di al-Nusra giungono ora gli strali dell’Isis, gruppo terrorista concorrente. “Questi cani del Fronte al-Nusra rilasciano le donne crociate italiane e uccidono i simpatizzanti dello Stato islamico”; è il tweet postato da un tale Muahhed al Khilafa sul suo account @mo7ayed11, dove si firma con l’hashtag dello Stato islamico.

Sempre da Twitter giungono altre novità. Nello stesso giorno della notizia della liberazione delle due giovani italiane, si apprende che padre Dall’Oglio “è vivo” e si troverebbe “nelle prigioni dello Stato islamico a Raqqa”, in Siria. Lo riferisce @sadeer1, account legato ai ribelli che poco prima aveva annunciato il rilascio di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Padre Dall’Oglio, sacerdote di 60 anni impegnato nel dialogo interreligioso, ha rifondato, negli anni ’80, il monastero cattolico siriaco Mar Musa, nel deserto a nord di Damasto. Padre Dall’Oglio è stato rapito il 29 luglio 2013 nella zona di Raqqa.

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ZENIT Staff

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