Il professor Paolo Sorbi conosce bene le vicende legate alla nascita e alla sconfitta del terrorismo in Italia. È stato studente all’Università di Trento negli anni caldi del 1968. Ha conosciuto le persone che hanno dato vita alle Brigate Rosse, ha militato in Lotta Continua e come cattocomunista nel PCI. Ha lasciato il Partito Comunista per difendere la vita e la ragione. È stato presidente del Movimento per la Vita della Lombardia, scrive per Avvenire, ha una rubrica su Radio Maria ed è docente di Sociologia all’Università Europea di Roma.
In merito alla manifestazione di Parigi, il docente ha sostenuto che si è trattato di un grande successo, un primo passo nella strada per sconfiggere il terrorismo fondamentalista.
Secondo Sorbi, “non è più sufficiente che le comunità islamiche prendano le distanze dal terrorismo con la logica dei ‘compagni che sbagliano’, bisogna fare in modo che tutto il mondo islamico dica chiaramente che “il terrorismo fondamentalista è nemico”.
“È quindi necessario – ha sottolineato il professore – che le grandi centrali della teologia islamica sunnita e sciita e in particolare dell’università di Al Azhar, in Egitto e Al Hawza di Qom in Iran, diano vita ad una grande riflessione sulla scorta di quanto sostenuto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e cioè di sradicare il fanatismo rimpiazzandolo con una visione più illuminata del mondo”.
“È – ha continuato – una riorganizzazione concettuale ed educativa a livello di grandi numeri che presenti una dottrina teologica e politica che incorpori il tema della modernità soprattutto precisando le distinzioni tra il piano spirituale e quello temporale”.
Alla manifestazione di Parigi hanno partecipato gli Imam, ma non era presente la rete delle moschee moderate.
A questo proposito, il professor Sorbi ha detto: “Condivido e sostengo l’appello del cardinale Jean-Louis Tauran perché nelle Moschee si faccia un appello nel corso dei sermoni del venerdì. Bisognerebbe coinvolgere le moschee, le madrasse tutte le famiglie islamiche affinché si sviluppi un movimento culturale pedagogico che non abbia timore della modernità. I fondamentalisti attaccano la modernità e non hanno nessun rispetto della cultura dei diritti umani che caratterizza l’Occidente. Per questo motivo Benedetto XVI aveva riproposto un dialogo basato su questi temi”.
Per il professor Sorbi la proposta alle altre religioni di lavorare per il riconoscimenti e la difesa dei diritti umani è presente già da papa Leone XIII. Anche Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI avevano proposto di lavorare sulla cultura della mediazione.
“Nella tradizione delle Chiesa – ha precisato – l’attenzione su questi temi è cresciuta da Pio IX fino al Concilio Vaticano I ed al Concilio Vaticano II”.
In questo contesto la strada della laicità non passa per la cancellazione delle religioni. Al contrario, la strada della laicità e delle distinzione dei piani tra spirituale e temporale è maturata alla metà del 1800, ed è avvenuta grazie alla rielaborazione di due personaggi del neotomismo: Jacque Maritain sul piano delle filosofia e scienza politica e padre Reginaldo Garrigou-Lagrange con il rilancio del tomismo senza mediazioni di commenti che l’avevano nascosto.
Alla domanda su come sia stato possibile sconfiggere i terroristi delle Brigate Rosse, il professor Sorbi ha ricordato che il 24 gennaio 1979, il sindacalista comunista dell’Italsider, Guido Rossa venne ucciso dalle Brigate Rosse perché aveva denunciato un brigatista. E fu quella la goccia che fece traboccare il vaso.
L’assassinio di Guido Rossa fu gravissimo, era la prima volta che le Brigate Rosse uccidevano un sindacalista. Ci fu una forte reazione da parte della società civile, partiti, sindacati e soprattutto il popolo legato al partito comunista.
Fu così che i rapporti tra Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Comunista e Arma dei carabinieri migliorarono. Le forze politiche si unirono per sconfiggere il terrorismo. Indipendentemente dalle loro differenze ideologiche e programmatiche.
Le Brigate Rosse citavano i classici del marxismo per condurre l’azione violenta, così come oggi i terroristi fondamentalisti citano testi dell’islam per giustificare le loro gesta barbare e disumane.
“Questa analogia – ha sostenuto Sorbi – ci conferma nel fatto che è necessaria una grande alleanza antifondamentalista. Una cosa simile accadde nella Seconda Guerra Mondiale quando gli Americani si allearono con i nemici storici, i Sovietici russi, pur di sconfiggere Hitler”.
Il docente di sociologia ha concluso affermando che “tornando all’attualità è in questo contesto che per sconfiggere i nemici della civiltà bisogna realizzare l’unità tra le forze dell’occidente democratico e le forze dell’Islam moderato a livello istituzionale, sociale e di movimenti come una proposta costituente che sconfigge la lotta violenta”.