Vangelo

Lc 4,14-22

Lettura

Gesù, dopo che al Giordano è stato dichiarato da Dio suo «Figlio diletto» e nel deserto ha vinto ogni tentazione del diavolo, fa ritorno in Galilea, a Nazaret, per dare inizio al suo ministero di Messia. Per inserire il suo gesto nella storia della salvezza, sceglie il contesto della liturgia sinagogale del sabato. Quando l’inserviente gli porge il rotolo del profeta Isaìa, Gesù vi legge un oracolo messianico sulla buona notizia (evangelo) della liberazione. Oracolo che egli dice attuato nel suo “oggi” e nella sua persona.

Meditazione

Il Concilio Vaticano II, affermando solennemente che «tutte le volte che si proclama il Vangelo nella liturgia, è Cristo stesso che lo proclama» (cfr. Sacrosactum Concilium, 7), ci rimanda all’episodio avvenuto nella sinagoga di Nazaret. Sappiamo dallo stesso Evangelista come i concittadini di Gesù che avevano ascoltato il suo discorso, passarono dall’iniziale entusiasmo al rifiuto totale e, addirittura, al tentativo di linciaggio. Non siamo qui per giudicare i contemporanei di Cristo, ma per fare noi un serio esame di coscienza sul nostro modo di rapportarci alla Parola. L’oggi di cui parla Gesù riguarda anche noi e le sante Messe cui partecipiamo. Non tutti sanno che la prima parte della Messa, la liturgia della Parola, non è meno importante di quella eucaristica. Non si dà l’una senza l’altra; come non c’è incarnazione e conseguente redenzione, senza il Verbo che s’incarna. Occorre, però, accogliere la Parola nel modo giusto, senza quelle prevenzioni che portarono i Nazareni a rifiutare Gesù e il suo messaggio evangelico. Prendiamo come esempio d’accoglienza la Vergine di Nazaret che, trent’anni prima, aveva accolto con totale docilità la Parola e tutta la Parola. Sia quella di cui fu ministro l’Angelo che le annunciava la prodigiosa concezione del Figlio di Dio, parola che la riempì di quella gioia che poi espresse nel Magnificat, e sia la parola profetica dettale da Simeone, che le preannunciava la spada che le avrebbe trapassato l’anima, per una piena sua partecipazione alla passione del Figlio. Maria accoglie sempre la Parola, anche quando è incomprensibile, come lo fu quella di Gesù dodicenne che la rimandava alla Croce, come attuazione della volontà dell’unico Padre celeste. Come Maria “custodiamo e meditiamo la Parola”, essa è Gesù che ci parla e illumina tutta la nostra vita.

Preghiera

Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica, apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto, e con la forza del tuo Spirito fa’ che noi pure diventiamo luogo santo in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie. Amen.

Agire

Consapevole dell’importanza della parola di Dio nella mia vita, farò di tutto per essere sempre puntuale alla santa Messa.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci - Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it