L’apertura del cuore a Dio e alla vera felicità, nonostante i dolori della vita è stato il fulcro della seconda omelia mattutina dell’anno di papa Francesco presso la Casa Santa Marta.
Con riferimento al Vangelo del giorno (Mc 6,45-52), dove i discepoli si impressionano nel vedere Gesù camminare sulle acque, il Santo Padre ha osservato che il loro spavento era motivato dal loro “cuore indurito”.
Questa durezza, ha spiegato, può essere dovuta a numerosi fattori tra cui le “esperienze dolorose” o al timore di illudersi nuovamente, come capita al dubbioso apostolo Tommaso o ai discepoli di Emmaus.
Un altro motivo dell’indurimento del cuore è spesso la “chiusura in se stesso”, che caratterizza anche molte parrocchie e comunità e che “può girare intorno a tante cose”: l’“orgoglio”, la “vanità”, la “sufficienza”.
Bergoglio ha dunque stigmatizzato l’atteggiamento di tanti “narcisisti religiosi”, dell’uomo e della “donna-specchio, che sono chiusi in se stessi per guardare se stessi continuamente” e che “cercano di difendersi con questi muri che fanno intorno a sé”.
C’è poi la chiusura che scaturisce nell’eccessivo attaccamento alla legge, alla “lettera”, al formalismo” che è sintomo di forte “insicurezza”: chi manifesta tale atteggiamento, ha detto il Papa, è come “un uomo o una donna nella cella di un carcere dietro la grata: è una sicurezza senza libertà”, quando invece Gesù porta la vera libertà.
Il cuore può indurirsi anche per incapacità di amare: “L’amore perfetto scaccia il timore: nell’amore non c’è timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Non è libero”, ha commentato il Pontefice.
Chi vive nell’ossessione che succeda “qualcosa di doloroso, di triste”, che faccia “rischiare la salvezza eterna”, in realtà “non ama” e “chi non ama non è libero”, ha sottolineato.
L’unico che “ci insegna ad amare” e che “ci libera da questa durezza” è “lo Spirito Santo”, ha aggiunto il Santo Padre. “Tu puoi fare mille corsi di catechesi – ha affermato – mille corsi di spiritualità, mille corsi di yoga, zen e tutte queste cose. Ma tutto questo non sarà mai capace di darti la libertà di figlio”.
Soltanto lo Spirito Santo, quindi, può spingere il cuore umano a dire “Padre”, a “rompere questa durezza del cuore”, a renderlo “docile al Signore” e “alla libertà dell’amore”, ha quindi concluso papa Francesco.