La geografia delle persecuzioni anti-cristiane è vasta e abbraccia diversi Paesi del mondo. Corea del Nord, Iraq e Somalia salgono su un non invidiabile podio delle 50 nazioni che anche quest’anno Open Doors International, una Ong impegnata da oltre mezzo secolo a sostenere i cristiani perseguitati in odio alla loro fede, ha indicato come i posti meno accoglienti per i discepoli del Salvatore.

La graduatoria, che copre un periodo che va dal 1° novembre 2013 al 31 ottobre 2014, conferma una generale crescita della persecuzione dei cristiani nel mondo e testimonia il peggioramento della situazione in alcune regioni dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa sub-shariana dove un tempo i cristiani erano meglio accetti.

È da tredici lunghi anni, invece, che la situazione non cambia in Corea del Nord, che continua a consolidare il primo posto di questa terribile classifica, seguita a ruota dalla Somalia degli islamisti Shebab e dall’Iraq occupato dai jihadisti dello Stato islamico. Nella “top ten” fanno il loro ingresso altri tre Stati africani: Sudan, Eritrea e Nigeria.

Gli addetti di Open Doors International sottolineano come alcune correnti più estreme dell’Islam siano il principale protagonista di queste persecuzioni. Tuttavia i cristiani sono vittime di restrizioni anche in Paesi considerati islamici moderati - è il caso di Gibuti, Tanzania e delle Comore - e in Paesi ove si affermano partiti nazionalisti di matrice religiosa. È il caso dell’India governata dal partito nazionalista indù “Bharatiya Janata Party”(Bjp), che ha scalato sette posizioni con 62 punti, davanti all’Egitto. Qualche miglioramento lo si rileva in Sri Lanka (sceso al 44esimo posto), meta del prossimo viaggio del Papa.