"Solo Cristo è il difensore dell'uomo e i poveri devono essere visti con i Suoi occhi"

Monsignor Leuzzi inaugura i nuovi locali dell’ambulatorio solidale promosso dall’UNITALSI

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Riportiamo di seguito la riflessione delvescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, direttore della Pastorale Sanitaria della Diocesi di Roma, pronunciata lunedì 5 gennaio, in occasione dell’inaugurazione del “polo della solidarietà”, dedicato a Papa Francesco e rivolto  a coloro che si trovano in difficoltà economiche e in particolare a chi non ha la possibilità di acquistare medicinali. L’ambulatorio è stato promosso dall’Unitalsi Roma, insieme all’istituto di medicina solidale e alla fondazione Banco Farmaceutico Onlus di Roma, nei locali messi a disposizione  da Ama in piazza Caduti della Montagnola 39.

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LETTURA dal Vangelo di Giovanni  (12,1-8)

1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2 E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3 Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. 4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: 5 «Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». 6 Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7 Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

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Cari amici,

con grande gioia, nella vigilia della solennità dell’Epifania, sono con voi per benedire i nuovi locali dell’ambulatorio solidale promosso dall’UNITALSI insieme ad altre organizzazioni dedicato a papa Francesco.

È un gesto grande e significativo per la città di Roma nella quale siamo impegnati, come ci ha sollecitato il nostro Vescovo,  a costruire un futuro più giusto e solidale.

Quando in un progetto solidale è impegnata un’associazione ecclesiale, qual è l’UNITALSI,  allora il suo cammino non può non essere illuminato dalla Parola di Dio.

Il brano del Vangelo di Giovanni (Gv 12,1-8) ci indica il cammino, che è nello stesso tempo l’augurio di tutta la Chiesa di Roma, nella quale vive e opera l’UNITALSI.

Innanzitutto il primato di Gesù Cristo nella storia umana. Affermarlo non significa negare l’attenzione ai poveri, ma è la condizione perché i poveri non siano mai strumentalizzati per nessuna attività, né religiosa, né sociale.

Il richiamo di Gesù a Giuda non è un invito a mettere in secondo piano i poveri, ma un fraterno richiamo a tutta la Chiesa e a tutti gli uomini di buona volontà:  senza di Lui i poveri rischiano di restare tali. Giovanni è stato costretto, suo malgrado, a denunciare  comportamento poco onesto di Giuda!

Chi ha vissuto esperienze nel Novecento non può non convenire che nonostante gli sforzi dei progetti sociali e politici le diverse forme di povertà si sono accresciute di tonalità ed espansività impensabili.

Solo Cristo è il difensore dell’uomo e i poveri devono essere visti con i Suoi occhi, come ci ricordano i grandi santi della carità. Solo  guardando i nostri fratelli in difficoltà con i suoi occhi saremo capaci di realizzare il suo desiderio: “l’avete fatto a me” (Mt 25,40), divenendo suoi collaboratori nell’individuare le soluzioni adeguate fino alla loro liberazione dalla povertà.

Papa Francesco ci ha invitato, nella notte santa, ad essere il segno della tenerezza di Dio che si è manifestata in Gesù per ogni fratello. Qui, come in tutte le esperienze ecclesiali, deve trasparire questa tenerezza che deve passare attraverso un cuore libero, una gratuità onesta, un sacrificio sincero.

Come sarebbe bello se questo ambulatorio fosse conosciuto da tutta la città, ma tenuto nascosto per il suo silenzioso servizio! Quale rispetto si svilupperebbe verso i poveri! Quale desiderio di progettualità sociale e politica nascerebbe in tanti cristiani e in tanti uomini di buona volontà!

Cari amici dell’UNITALSI, cari amici che collaborate in questo progetto, impegnatevi ad essere segno della carità samaritana della Chiesa. La città di Roma ha bisogno di tanta carità samaritana alimentata dalla creatività e generosità dei cristiani capace di attrarre a sé tanti uomini e donne, portando nel cuore non il successo delle proprie opere, ma lo stesso amore di Gesù verso i fratelli. Sono certo che le istituzioni guarderanno alle proposte della Chiesa di Roma con ammirazione e gratitudine, come si manifesta in questa collaborazione con l’azienda municipalizzata dell’AMA.

Solo così tutte le realtà impegnate nei servizi socio-sanitari, di qualunque animazione religiosa e culturale, saranno sollecitate a trovare vie nuove per risolvere le attese dei nostri fratelli in difficoltà. Infatti la carità samaritana non esaurisce la preoccupazione verso i poveri, ma sollecita forme più specifiche per gestire la risoluzione dei problemi, sempre più complessi e sovranazionali.

Seguendo l’esempio di Maria, di Marta e di Lazzaro, gli amici di Betania,  incamminiamoci verso la Grotta di Betlemme e offriamo al Signore Gesù i nostri doni. Sono certo che ci dirà: grazie per la vostra generosità; ora portateli ai miei fratelli più piccoli.

È l’esperienza che, vorrei, possano fare tutti coloro che qui sono per servire o vengono per essere serviti. Insieme, finalmente, senza rivalità o ambizione, ma solo per accogliere e testimoniare la tenerezza di Dio verso ogni uomo.

Il Signore vi accompagni con la luce del Suo amore e vi benedica!

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ZENIT Staff

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