Parigi: strage nella redazione del settimanale satirico "Charlie Hebdo"

Due uomini armati di kalashnikov hanno fatto irruzione nella sede del giornale uccidendo 12 persone, tra cui il direttore. Altre 20 vittime ferite. Si pensa ad attentato terroristico causato da vignetta sul leader dell’Isis

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Ha ucciso 12 persone l’attentato di questa mattina avvenuto nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, nel boulevard Richard-Lenoir, al centro di Parigi. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni oculari ai media francesi, due uomini incappucciati e armati di kalashnikov hanno fatto irruzione nella sede della redazione esplodendo una trentina di colpi che hanno ucciso 10 giornalisti e due agenti di polizia e ferito altre 20 persone, di cui cinque in modo gravissimo. Il tutto è avvenuto in cinque minuti di puro terrore, durante la riunione del mattino a cui erano presenti tutti i principali giornalisti e disegnatori del settimanale, come riferisce il sito de Le Parisienne.

Il bilancio è stato reso noto dalla Prefettura di Parigi, la quale ha informato che tra i morti si annoverano anche il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier, detto “Charb”, e i tre più importanti vignettisti: Cabu, Tignous e Georges Wolinski, famoso anche in Italia._ Gli autori della strage sono poi fuggiti con un’auto rubata. 

L’attentato è di matrice terroristica, come confermato dal presidente Francois Hollande recatosi sul posto. Il Capo di Stato ha annunciato una riunione straordinaria di crisi all’Eliseo e ha detto che “l’attacco terroristico” ha lasciato la Francia in stato di shock. “Stiamo cercando chi ha perpetrato questo crimine”, ha dichiarato poi ai media, promettendo che i responsabili verranno puniti.

Si pensa che a scatenare la furia omicida sia stata una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is), pubblicata 15 minuti prima dell’attacco sul profilo Twitter del settimanale. Sempre i testimoni, raccontano infatti che i due attentatori hanno aperto il fuoco urlando: “Vendicheremo il Profeta” e che, al momento della fuga, gridavano: “Allah u Akbar” (Allah è il più grande). 

L’attacco di oggi è sicuramente il più grave mai subito dal periodico, che già più volte era finito sotto tiro per alcune pubblicazioni. L’ultima nel novembre del 2011, quando, a seguito delle polemiche scatenate da alcune vignette su Maometto, era stato fatto esplodere un ordigno incendiario nella sede del giornale che aveva provocato danni solo materiali.

Ora, mentre l’Ordine dei Giornalisti francese ha chiesto un minuto di silenzio per la strage, tutte le redazioni giornalistiche sono sorvegliate dalle forze dell’ordine, come riferisce Le Figaro, citando una fonte di polizia. Sempre Hollande ha confermato infatti l’installazione di una “protezione ovunque dovrebbero essere perpetrati gli stessi atti”. Inoltre per motivi di sicurezza, a Parigi, è stato disposto il divieto di parcheggiare vicino alle scuole. Tutte le uscite e le attività extrascolastiche fuori dagli istituti sono sospese.

Durissima la reazione della Conferenza Episcopale francese che in un comunicato, a firma del segretario generale e portavoce mons. Olivier Ribadeau Dumas, esprime la sua “profonda emozione” e “l’orrore” per la sparatoria. “La Chiesa di Francia – si legge nella nota – indirizza il suo pensiero alle famiglie e agli amici delle vittime che si trovano ad affrontare ora l’orrore e incomprensione”, e garantisce la propria vicinanza e “tristezza” a tutta la squadra di Charlie Hebdo.

Condannando questo “terrore indicibile”, i vescovi d’Oltralpe affermano che “nulla può giustificare tali atti di violenza” che colpiscono “un elemento fondamentale della nostra società” quale la libertà d’espressione. “La società – aggiungono -, composta da diversità di ogni genere, deve lavorare continuamente per costruire la pace e la fratellanza. La barbarie, espressa in questo assassinio, fa male a tutti”. “In questa situazione, dove la rabbia ci può invadere – concludono i presuli – abbiamo bisogno più che mai di raddoppiare l’attenzione alla fraternità indebolita e alla pace da consolidare ogni giorno”.

Anche nel mondo la tragedia ha suscitato forti reazioni: dagli Usa, il presidente Barack Obama ha stigmatizzato l’attentato e ha assicurato che gli Stati Uniti forniranno tutta l’assistenza necessaria alla Francia per “assicurare alla giustizia i terroristi”.

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ZENIT Staff

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