Vangelo
Gv 1,43-51
Lettura
Oggi proclamiamo l’ultima parte del brano giovanneo che narra la chiamata dei primi discepoli del Signore. Gesù ha incontrato Filippo e l’ha invitato a seguirlo; questi, a sua volta, si fa portatore della chiamata nei confronti di Natanaèle. Per vincere le prevenzioni che ha il suo amico su un Messia che “viene da Nazaret”, cosa assurda per chi conosce la Bibbia, Filippo lo invita a incontrare Gesù di persona. L’incontro è un riconoscimento reciproco: Gesù saluta Natanaèle come «un Israelita in cui non c’è falsità», e questi lo riconosce come «il Figlio di Dio, il re d’Israele», meritando la promessa di vedere cose più grandi, riguardanti il ruolo che ha Gesù come mediatore tra Dio e gli uomini.
Meditazione
Nel brano odierno l’evangelista Giovanni ci parla attraverso due figure simboliche: quella del “fico” sotto cui stava Natanaèle, e quella della “scala” su cui salivano e scendevano gli angeli di Dio. Il fico, nel linguaggio rabbinico del tempo, indicava la Torà, la Sacra Scrittura, che il pio Israelita doveva frequentare con amore e assiduità, fino da esserne premiato gustando la dolcezza dei suoi frutti. Perciò quando Gesù dice a Natanaèle di “averlo visto quando era sotto l’albero di fichi”, afferma, di fatto, di essere stato accanto a lui, come Verbo eterno, mentre egli “scrutava le Scritture”, le quali, come egli dirà più tardi in polemica con i Giudei, “gli danno testimonianza” (Gv 5,39). E poiché, a differenza della maggior parte dei Farisei, Natanaèle era un sincero cercatore della verità, ecco che in Gesù di Nazaret può incontrare il Messia che aspettava. La scala cui accenna Gesù nei versetti finali, rimanda al sogno di Giacobbe (Gen 28,10-17), che trova la sua piena attuazione in Gesù Cristo. Perché, mentre nell’Antica Alleanza gli uomini erano legati a Dio attraverso l’osservanza della Legge, della quale gli angeli svolgevano il ruolo di mediatori, nella Nuova Alleanza, “uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1Tm 2,5). Il Vangelo di oggi, dunque, ci fa entrare in profondità nel mistero del Natale, come l’evento nel quale la Parola di Dio si è fatta carne, perché l’uomo, fatto di carne, potesse avere accesso a Dio. Allora, completiamo i nostri presepi mettendoci accanto la Bibbia, non come semplice ornamento, ma come nostro strumento quotidiano che ci permette di conoscere Dio “da figli”.
Preghiera
«Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola. L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe» (dal Salmo 130).
Agire
Per l’Epifania mi regalerò il libro sull’infanzia di Gesù scritto da Benedetto XVI.
Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it