La Santa Sede ha rinviato a giudizio Marcello Di Finizio, l’imprenditore triestino salito per ben cinque volte sulla cupola di San Pietro per attirare l’attenzione sulla propria vicenda imprenditoriale. L’ultima ‘scalata’ è avvenuta lo scorso 21 dicembre, quando si arrampicò su un cornicione della facciata della Basilica, a circa 80 metri di altezza, imbragato con una fune.
Come riferito da padre Ciro Benedettini, vicedirettore della Sala Stampa vaticana, il rinvio verrà disposto nei prossimi giorni dal Promotore di Giustizia vaticano. Una decisione presa a causa della reiterazione del reato.
Titolare del noto locale “La Voce della Luna” sul lungomare di Trieste, Di Finizio è salito infatti cinque volte sulla cupola della Basilica: la prima il 30 luglio 2012 per protestare contro la direttiva Bolkestein che, a suo dire, avrebbe danneggiato la sua attività.
Tutto iniziò nel 2008, quando il suo locale subì un incendio che ne portò alla chiusura e a disastrose conseguenze economiche. Per ottenere il risarcimento dei danni, l’imprenditore inscenò proteste di piazza e scioperi della fame, fino a poi compiere l’eclatante gesto in cui dal ‘cupolone’ srotolò un enorme striscione contro il governo Monti.
In tutti e cinque i casi è stato richiesto l’intervento della Gendarmeria vaticana congiuntamente a quello dei vigili del fuoco vaticani. Durante l’ultima impresa dello scorso 21 dicembre, l’uomo, tra lo stupore di turisti e passanti, non si è fatto mancare neppure un ‘selfie’ prontamente condiviso sul proprio profilo Facebook accompagnato da un appello a Papa Francesco: “Grazie, Papa Francesco – ha scritto – tu sei l’ultima speranza per sconfiggere questi criminali senza scrupoli, senza etica né coscienza. No aste! No mafie! No Bolkestein! No multinazionali!”.