Lettura

Il brano evangelico odierno riporta la versione lucana della scelta dei Dodici, compiuta da Gesù dopo una notte trascorsa in preghiera sul monte. È il nucleo iniziale della ricostituzione escatologica dell’intero Israele, fondato sulle dodici tribù. Luca preferisce, già prima della Pasqua, chiamarli “apostoli”, a motivo dell’incarico che essi hanno ricevuto da Gesù, e anche della testimonianza che devono rendere alla sua vicenda storica e alla sua risurrezione. Gesù scende poi dal monte e incontra la folla venuta da Lui per ascoltarlo ed essere guarita. La salvezza di Dio si rende in Lui tangibile. 

Meditazione

Essere con Lui, ascoltare, toccare, essere guariti: sono i verbi principali che descrivono l’agire di Gesù e della folla, secondo il brano evangelico che la liturgia dei santi Simone e Giuda oggi ci propone. Nell’esperienza degli apostoli e della gente che Gesù incontra, del resto, è come prefigurata la vita del discepolo di ogni tempo. Di fronte alla proposta di grazia che Dio offre all’uomo, il primo movimento di risposta da parte della creatura non è “fare qualcosa per Dio”, ma anzitutto è decidere di “stare con Lui”. È l’evangelista Marco ad esplicitare questa prima connotazione dell’esistenza apostolica (Mc 3,14). Luca vi allude, sottolineando che la missione dei Dodici ha il suo movente nell’esperienza personale che ciascun apostolo vive col Maestro. Anche per ogni credente è decisivo, prima di ogni forma di attivismo, nutrire il proprio discepolato di comunione personale col Signore, nella preghiera, dove sentiamo risuonare il nostro nome e scopriamo che la nostra storia è parte di un progetto di amore più grande, che appartiene a Dio. La preghiera è ascolto di Dio che apre il libro della sua Storia e, in questa, ci fa ritrovare il segmento e il senso profondo della nostra storia. Così il Signore realizza la conversione e la guarigione dei nostri pensieri, dei nostri desideri, di tutto noi stessi. Ci tocca, lascia un segno inequivocabile della sua presenza e della sua azione in noi. Papa Francesco ci ricorda che «l’annunzio di Gesù non è una patina: l’annunzio di Gesù va alle ossa, al cuore, va dentro e ci cambia. E questo non lo tollera lo spirito del mondo, non lo tollera e per questo vengono le persecuzioni» (Omelia del 28 maggio 2013). Solo una simile esperienza è capace di trasformare ciascuno di noi in testimoni guariti dalla misericordia del Padre. 

Preghiera

Fa’, o Signore, che io resti in preghiera con te nelle notti della mia vita, affinché il Vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni mia scelta quotidiana. Insegnami a restare con te, che dalla preghiera fai scaturire le nostre vocazioni. 

Agire

Il mio impegno è di riempirmi oggi della Sua Parola per avere la capacità di diffonderla con la testimonianza della vita. Comincerò dal sorriso che nasce dal profondo. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it