Teologia dell'affettività coniugale

La forma cristica della fedeltà in una prospettiva rinnovata delle virtù

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Di fronte all’istituzione del matrimonio, che nella sua forma tradizionalmente auspicata non trova più la condivisione della società post-moderna, una sfida ci viene proposta dal libro di Maria Cruciani, Teologia dell’affettività coniugale: la forma cristica della fedeltà in una prospettiva rinnovata delle virtù: trovare il senso pieno che l’oggi offre del legame affettivo nella dimensione coniugale alla luce del Vangelo e dell’umana esperienza

Il testo offerto da Cruciani vuole essere il segno di una Chiesa in ascolto della società, della cultura, della storia, non rifiutando, bensì cogliendo le sfide poste, espresse in quei segni dei tempi non ancora considerati nella loro profetica provocazione.

La vita di coppia, con le sue proprie espressioni, in alcuni casi anche contrastanti, esprime il vivere, forse il subire, a volte l’imporre la propria presenza all’altro, in un equilibrio dinamico. Solo l’interiore consegnarsi quotidianamente può realmente narrare la veridicità della volontà di crescita reciproca nella fiducia e accoglienza dell’altro. Si vive una progressione che fa dei due un unico tempo, progressione in cui, insito al termine stesso, si riconosce il divenire di due persone in una tensione continua “a quattro mani”, di cui l’armonia è fatta di piccole e grandi problematiche, a cui la terapia familiare, o meglio le diverse scuole di pensiero suscitate, cerca di dare risposte, nella ricerca delle cause antropologiche, riconoscibili, descrivibili – anche quando minuzie dell’abitudine – e solo come tali possibili oggetto di assunzione responsabile da parte dei coniugi.

<p>Nonostante le diversità di scuola, possiamo indicare comune la tensione dialettica fra identità personale e relazioni famigliari come punto caratterizzante la dinamica coniugale.

Fondante diviene la comprensione antropologica di base e i costitutivi che in essa si riconoscono. Solo dove questi trovano lo spazio per attuarsi i coniugi edificano una relazione edificante. Il punto di svolta che fa dello scritto della Cruciani una proposta morale è riconoscere e proporre l’affettività come un costitutivo del soggetto personale, elemento da integrare nel tutto richiesto dalla relazione coniugale.

La consapevolezza e la responsabile assunzione di un’emozione spontanea, ne fa scelta libera della volontà mossa dal sentimento profondo di autodonazione in cui il soggetto viene interpellato nella sua capacità di moralità, di amare con la totalità di sé, facendo viva la sua relazione d’amore a Dio nell’amore alla persona riconosciuta e accolta come dono di Dio in totale reciprocità.

Maturazione è la parola chiave che rende possibile una mèta di tale portata. La teologia morale si inserisce qui nel campo della progettualità concreta. Il tutto del vissuto della relazione coniugale deve essere in gioco nell’offerta della personale presenza consapevole. La dinamica personale si riverbera su quella familiare e viceversa, richiedendo una trasparenza cristallina, un’offerta virtuosa fondata nell’impegno fedele in ogni particolare situazione.

Il riferimento proposto è il modello delle virtù cardinali diJ. Keenan, in cui la fedeltà è filo rosso che unisce il vivere coniugale in ogni sua dimensione avvolto in una carezza di fedeltà affettiva dallo spessore includente ogni espressione relazionale, in una stabilità che ne dà la possibile crescita e strutturazione.

La relazione coniugale diviene un’osmosi continua di svuotamento di sé per vivere nell’amato e lasciar l’amato vivere in sé medesimo. S’irradia così la vita coniugale della vita di Dio Trinità, come della sponsalità di Cristo, immagine a cui ogni unione sponsale deve tendere, per essere testimonianza della presenza dell’amore di Cristo, vivo e presente nella storia degli uomini.

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Laura Dalfollo

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