Uno sguardo alla crisi che stiamo attraversando, profonda "per intensità, durata, trasversalità". È stata questa l’ottica su cui si è sviluppata la relazione di Linda Laura Sabbadini, Direttrice del Dipartimento delle Statistiche Sociali e Ambientali dell’ISTAT, oggi giovedì 24 ottobre,alla inaugurazione dell’anno accademico alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma.

La mattinata si è aperta con la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, a cui hanno preso parte autorità, docenti, studenti e personale tecnico ausiliario dell'Auxilium. E' seguita poi la prolusione della dott.ssa Sabbadini incentrata sul rapporto tra le nuove generazioni e crisi economica.

Una crisi - ha detto l'esperta ISTAT - che non ha risparmiato nessuno, ma che ha anche agito in modo selettivo. Il segmento più colpito sono stati i giovani: l’80 % del calo dell’occupazione è stato giovanile. Due ammortizzatori sociali fondamentali hanno agito e hanno fatto sì che le conseguenze non fossero più gravi: la cassa integrazione che ha protetto i capifamiglia, la famiglia che ha difeso i figli che in maggioranza ancora vivevano con i loro genitori".

Secondo Sabbadini, questo modello, tipicamente italiano, di permanenza lunga dei giovani nella famiglia di origine li ha protetti dalla povertà, in quanto "le famiglie hanno cercato di resistere dando fondo ai risparmi, indebitandosi di più per mantenere gli stessi standard di vita, ma la crisi è stata lunga e quindi ad un certo punto non ce l’hanno fatta più". Negli ultimi due anni, infatti, la povertà relativa e assoluta sono cresciute e crescono.

L’analisi del “malessere” del mondo del lavoro, reso più drammatico dalla grave crisi economica, dalla scarsità di lavoro, porta a chiedersi: “Come guardare al futuro e preparare per il futuro?”. Questi interrogativi sono stati al centro della relazione della preside Pina Del Core che, di fronte all’emergere di una generazione che "non studia, non lavora e non fa nient’altro", ha affermato: "Il compito dell’università è credere ancora all’educazione e investire con più forza e qualità sulla formazione di nuove professionalità educative".

Una strategia da adottare, nella convinzione che il dovere e il compito dell’educazione richiama fortemente la responsabilità che è prima di tutto sociale. Si conferma così l’impegno dell'Auxilium a "far fronte a tale sfida, anzi a trovare in essa la sua ragion d’essere: la formazione di professionisti dell’educazione di alto profilo capaci di affrontare con creatività e flessibilità le complesse emergenze educative attuali". Da qui, l’urgenza di conoscere, di dotarsi di competenze e di professionalità che siano “spendibili” nel mercato del lavoro, perché - ha concluso la preside - "sarà la padronanza del sapere fluido e relazionale, o meglio adattativo, a consentire di far fronte ai cambiamenti e alla mobilità professionale, e soprattutto a dare prospettive di vita e di realizzazione personale, prima che professionale".