Il Papa all'Icel: "Grazie al vostro lavoro, i fedeli del mondo pregano con un linguaggio comune"

Il discorso di Francesco alla Commissione internazionale per l’inglese nella liturgia, riunita a Roma per ricordare i 50 anni dalla fondazione

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Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri della Commissione Internazionale per le traduzioni del Messale in lingua inglese (ICEL) in occasione del 50° anniversario della creazione della Commissione. Pubblichiamo di seguito il discorso che Papa Francesco ha rivolto ai presenti:

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Cari Fratelli nell’episcopato,

Cari amici,

porgo il benvenuto ai Membri e agli Officiali della International Commission on English in the Liturgy, nel contesto del vostro incontro a Roma per celebrare il 50° anniversario della creazione della Commissione. Ringrazio l’Arcivescovo Mons. Arthur Roche, Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e già Presidente di ICEL, per le parole che mi ha rivolto presentando tutti voi. Attraverso di voi, intendo inviare il mio saluto e l’espressione della mia gratitudine alle Conferenze Episcopali che rappresentate e ai consultori e al personale che prestano la loro opera nel lavoro della Commissione.

Fondata per contribuire alla messa in opera del grande rinnovamento liturgico invocato dalla Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Vaticano II, l’ICEL è stata anche uno dei segni dello spirito di collegialità episcopale che trova espressione nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa del Concilio (cf. Lumen gentium, nn. 22-25). Il presente anniversario è un’occasione per rendere grazie per l’immenso lavoro che la Commissione ha compiuto lungo i cinquant’anni trascorsi, non solo per predisporre le traduzioni in lingua inglese dei testi della liturgia, ma anche per progredire nello studio, nella comprensione e nell’appropriazione della ricca tradizione eucologica e sacramentale della Chiesa.

Il lavoro della Commissione ha contribuito anche in modo significativo ad una consapevole, attiva e devota partecipazione alla liturgia richiesta dal Concilio, partecipazione che, come Benedetto XVI ci ha giustamente richiamato, ha bisogno di essere compresa in modo ancora più profondo “a partire da una più grande consapevolezza del mistero che viene celebrato e del suo rapporto con l’esistenza quotidiana” (Esort. ap. Sacramentum caritatis, 52).

I frutti del vostro lavoro sono serviti a dare forma alla preghiera di innumerevoli cattolici e hanno anche contribuito alla comprensione della fede, all’esercizio del sacerdozio comune dei fedeli e al rinnovamento del dinamismo evangelizzatore della Chiesa, tutti temi centrali nell’insegnamento conciliare. In verità, come ha sottolineato il Beato Giovanni Paolo II, “per molti il messaggio del Concilio Vaticano II è stato percepito innanzitutto mediante la riforma liturgica” (Lett. ap. Vicesimus quintus annus, n. 12).

Cari amici, ieri sera avete celebrato una solenne Messa di ringraziamento presso la Tomba dell’Apostolo Pietro, sotto la grande iscrizione che recita: “Hinc una fides mundo refulget; hinc unitas sacerdotii exoritur“. Nel rendere possibile ad un vasto numero di fedeli sparsi nel mondo il pregare con un linguaggio comune, la vostra Commissione ha dato il suo aiuto per il rafforzamento dell’unità della Chiesa nella fede e nella comunione sacramentale. Questa unità e comunione, che trova la propria origine nella Santissima Trinità, costantemente riconcilia ed accresce la ricchezza della diversità. Possa il vostro continuo sforzo aiutare a realizzare ancora più pienamente la speranza espressa da Papa Paolo VI nel promulgare il Messale Romano: che “nella grande diversità delle lingue, un’unica preghiera si elevi come offerta bene accetta al Padre nostro dei cieli, mediante il nostro Sommo Sacerdote Gesù Cristo, nello Spirito Santo”.

A voi e a tutti coloro che collaborano al lavoro della Commissione imparto di cuore la Benedizione Apostolica, in pegno di abbondante pace e gioia nel Signore.

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ZENIT Staff

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