Fantasie nuove per guardare al domani

Il momento del gioco può aiutare a costruire il futuro dei giovani

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Come trascorrono il tempo libero i bambini del terzo millennio? Negli ultimi anni sta scomparendo l’antica tradizione del cortile, dove i ragazzi si riunivano per stare insieme all’aria aperta e praticare giochi di gruppo, allegri e creativi.

La gioventù di oggi, purtroppo, tende ad isolarsi e a rinchiudersi tra le mura di casa, davanti allo schermo del computer.

I bambini crescono sempre più soli. Trascorrono ore e ore in compagnia di amici virtuali, navigando su Internet o immergendosi negli scenari dei videogiochi.

Molti genitori non si preoccupano di questo. Anzi, pensano che sia meglio tenere il proprio bambino in casa, perché ci sono meno rischi. Ma non è così.

Egoisticamente ci si sente più tranquilli con un figlio davanti al computer. Ma così facendo, lo si priva di una tappa importante del suo cammino di crescita: la dimensione del gioco come incontro con gli altri.

C’è una bella differenza tra l’allegria di una partitella di calcio e i suoni martellanti di un videogioco. Illudersi di dialogare in una “chat” non è come divertirsi all’aria aperta.

Eppure, sempre più bambini si ritrovano intrappolati nel guscio delle “piazze virtuali”, che hanno preso il posto dei cortili di una volta. In questo modo, hanno meno occasioni di conoscere il mondo e di confrontarsi con esso.

I vecchi giochi di un tempo non erano soltanto momenti di svago. Erano una solida base per costruire il futuro delle nuove generazioni.

Attraverso la dimensione ludica, si imparava a comprendere il valore dell’altro. Ci si abituava ad avere delle regole e a rispettare il prossimo.

Giocando, si scopriva l’importanza delle persone. Oggi, invece, questa scoperta avviene troppo tardi, perché i bambini giocano sempre di più in una condizione di solitudine.

Un cattivo e prolungato uso dei videogiochi rischia di scatenare tra i ragazzi una terribile confusione tra mondo reale e virtuale. È quasi inevitabile, quando si trascorrono ore e ore davanti ad uno schermo, senza mai fermarsi.

Naturalmente non bisogna demonizzare o condannare tutte queste nuove forme di divertimento. Ma, al tempo stesso, è necessario avere prudenza, occhio critico e senso dell’equilibrio.

“Ogni bel gioco dura poco”, diceva un saggio proverbio. Perciò, al momento opportuno, è consigliabile alzarsi e spegnere il computer. E poi, uscire di casa e recuperare il contatto con la realtà.

Inoltre, prima di lasciare che i propri figli si immergano in certi videogiochi, conviene fare un’attenta valutazione dei contenuti. Se si tratta di temi legati alla violenza o all’occultismo, è meglio evitarli.

Un altro elemento fondamentale che sta scomparendo è quello del gioco creativo dei genitori insieme ai figli. Le mamme e i papà, purtroppo, sono sempre più assenti, perché spesso lavorano dalla mattina alla sera.

Quando tornano a casa, sono stanchi e a volte non hanno voglia di passare un po’ di tempo con i propri bambini. Spesso si tende a trascorrere le serate passivamente, seduti su un divano, di fronte alla televisione.

È necessario, invece, recuperare la dimensione ludica nelle famiglie. Basterebbe veramente poco per farlo. Prima di tutto, bisognerebbe spegnere la televisione e cercare di dialogare. Questo potrebbe aiutare anche a sdrammatizzare i problemi e le tensioni quotidiane, che ognuno tende a portare tra le mura di casa, al termine di una giornata.

Si possono inventare giochi semplicissimi, di ogni genere. L’importante è cercare di farli tutti insieme. Ad esempio, si può mettere un lenzuolo tra due sedie e creare una specie di teatrino, dietro il quale manovrare pupazzi e burattini. Si possono inventare piccole storie, piene di allegria e fantasia.

Un altro momento simpatico potrebbe essere quello della lettura. Ognuno legge qualcosa: un libro, una storia, una favola… E poi cerca di raccontare le sue impressioni agli altri. Un gioco creativo potrebbe essere quello di inventare un finale alternativo per la storia che si è appena letta, cercando così di stimolare la fantasia dei ragazzi.

Tutti gli elementi elencati finora dimostrano che c’è un grande bisogno di recuperare la più autentica dimensione del gioco. E questo recupero deve avvenire ovunque: in famiglia, nel tempo libero, nell’oratorio, nei campetti di calcio e in qualunque altro momento in cui ci sia la possibilità di farlo.

Il gioco può rappresentare davvero un momento educativo importante, attraverso il quale porre le basi per il futuro dei giovani. Giocare bene, oggi, può significare avvicinarsi alla vita con uno spirito più giusto. E guardare al domani con allegria e serenità.

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Carlo Climati

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