Lettura
Continua la denuncia del formalismo religioso, che contagia di morte ogni autentica ricerca di Dio. Per tre volte Gesù grida “guai” ai farisei, mentre la quarta e quinta volta l’invettiva è estesa anche ai dottori della Legge (Lc 11,45-47). Gesù fa notare il contrasto tra ciò che viene curato e ciò che viene trascurato; tra le cose marginali e quelle essenziali – la giustizia e l’amore di Dio –, che costituiscono il cuore della fede e vengono prima di ogni altra cosa. Gesù è deciso nel mettere in evidenza la vanità che spinge a fare bella mostra di sé in pubblico, preferendo l’apparire alla verità e all’amore. In Luca i farisei sono definiti “sepolcri che non si vedono”: per questo sono causa di contaminazione religiosa per la gente (cfr. Nm 19,16); la definizione di “sepolcri imbiancati” (Mt 23,27) evidenzia il contrasto tra bellezza esteriore e marciume interno.
Meditazione
Il monito di Gesù ai farisei non è disprezzo e non autorizza nessuna discriminazione religiosa a danno degli ebrei e dei loro capi. Gesù critica l’insistenza nell’osservanza meticolosa delle minuzie della Legge mosaica: per esempio la decima della menta, della ruta e di tutti gli erbaggi. Tutto ciò distoglie dal puntare all’obiettivo della Legge, che è la pratica della giustizia e l’accoglienza dell’amore di Dio. Un tale spirito “farisaico” attraversa tutte le esperienze religiose, anche la nostra. Per Gesù il rispetto delle regole deve essere mosso dal desiderio sincero di compiere la volontà del Padre: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 6,1). La salvezza non sta nella scrupolosa osservanza delle norme per se stesse, ma nell’amore che spinge all’azione. Chi ama porta a compimento tutta la Legge (cfr. Rm 13,10); chi non ama, non osserva nulla, anche se compie tutti gli atti previsti da una scrupolosa pratica delle norme rituali e morali. Ai dottori della Legge, conoscitori della Legge e della sapienza antica, Gesù rimprovera di essere maestri che impongono pesi che essi stessi non vogliono portare. Siamo chiamati a condividere, nella semplicità del cuore, i limiti e i fardelli gli uni degli altri. La saggezza è nel difficile equilibrio tra cose da fare e cose da non trascurare. Al primo posto la giustizia e l’amore di Dio e, contestualmente, tutto il resto. È l’equilibrio tra il facere e il non omittere (Lc 11,42).
Preghiera
Signore, scuotici dalle nostre gravi omissioni, con cui neghiamo il cuore del tuo Vangelo. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per l’ipocrisia sociale e religiosa che distrugge la speranza. Insegnaci ad amare e ad amarci come il Padre tuo ci dona di farlo.
Agire
Seguirò con amore il Signore e i fratelli anche nelle piccole cose di oggi.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it