A causa di una mutazione genetica provocata dai raggi Gamma, lo scienziato Bruce Banner, quando è sotto stress, si trasforma in un gigantesco essere verde dalla forza impressionante: l’Incredibile Hulk. Per questa ragione Bruce è stato costretto a nascondersi per fuggire al generale Ross, che lo considera alla stregua di un’arma di proprietà del governo, e ha dovuto lasciare Betty, la donna che ama.
Non ha tuttavia smesso di cercare una cura, anche grazie alla collaborazione di un misterioso collega a cui è collegato via internet. Ross, però, mette sulle sue tracce Blonsky, un combattente esperto e spietato, che diventerà un nemico ancora più temibile quando, sottoponendosi alla stessa contaminazione che ha colpito Banner, si trasforma nel terribile Abominio. Solo grazie al sostegno incondizionato della ritrovata Betty, Bruce riuscirà a battere il nemico, per poi scomparire di nuovo in attesa di scoprire la cura alla sua tremenda condizione.
Bella la figura di Betty che sembra invece certa di poter comunicare con l’uomo che non ha mai smesso di amare. Fidandosi della profondità del rapporto che la lega a Bruce, Betty si accosta a Hulk per salvarlo.
Indubbia efficacia di un interprete come Eward Norton a cui forse sono da attribuire i risvolti più intimi della sceneggiatura. Il desiderio di catturare il pubblico giovanile ha il risultato, tuttavia, è di ridurre l’ultima parte della pellicola ad un lungo e in definitiva ripetitivo scontro tra mostri che potrebbe annoiare chi non sia un fan della spettacolarità fine a se stessa.
Cambia cast (Norton al posto di Eric Bana, Liv Tyler nei panni che furono di Jennifer Connelly nella pellicola firmata da Ang Lee nel 2003), cambia regista, cambia soprattutto registro espressivo la nuova versione del fortunato fumetto Marvel, ennesima trasposizione cinematografica di un personaggio dei comics, un genere che negli ultimi anni ha conosciuto enorme fortuna e incassi miliardari.
La nuova pellicola riprende più o meno da dove la precedente si era interrotta, presentandoci un protagonista braccato e costretto a una forzata solitudine pur trovandosi all’interno di una popolosissima favela brasiliana. Questa ambientazione, oltre all’interpretazione di Norton, rende la prima parte della pellicola particolarmente accattivante.
Impegnato ad apprendere tecniche che lo aiutino a tenere a bada la rabbia e l’eccitazione attraverso la regolazione della respirazione, Banner si muove in un mondo dove il suo naturale buon cuore rischia di mettere in pericolo il suo precario equilibrio, ma intanto non smette di sperare in una cura che lo riporti al fianco dell’amata Betty.
Basta un errore, tuttavia, a riportarlo nel turbine della fuga, resa più perigliosa dalla presenza di un nuovo cacciatore, il crudele e ambizioso Blonsky, ben interpretato da Tim Roth che, un po’ come lo stesso Norton, supplisce con l’intensità recitativa – solo a tratti un po’ sopra le righe – la mancanza di un fisico da supereroe.
Il cuore della pellicola (per lo meno nella sua prima parte, prima che l’azione e la spettacolarità degli scontri tra le creature generate dalla computer graphic prendano il sopravvento) sta piuttosto nel dramma interiore di Banner, che considera Hulk come qualcosa di completamente altro da sé, una mostruosità da rimuovere prima di potersi ricongiungere al genere umano.
Diversa (e più aperta alla speranza) la posizione della sua amata Betty, che pure sembra essersi rifatta una vita con un altro uomo.
Mentre Bruce si vergogna addirittura di mostrarsi a lei, memore di aver rischiato di ucciderla nella sua forma mostruosa, Betty sembra invece certa di poter comunicare con l’uomo che non ha mai smesso di amare anche quando le appare nella sua forma altra.
Fidandosi della profondità del rapporto che la lega a Bruce, Betty si accosta a Hulk per salvarlo, si mette nelle sue mani e gli parla convinta di poter raggiungere il suo cuore dove, ne è certa, si nasconde sempre lo stesso uomo.
Se le scene che li vedono protagonisti (ottenute grazie all’accostamento dell’attrice in carne e ossa all’immagine da computer) ricordano alcuni passaggi di King Kong, non si può non apprezzare l’acutezza di questo dilemma, forse da attribuire alla penna del bravo Norton, anche co-autore non accreditato della sceneggiatura, che ha avuto parecchio a che dire sul montaggio definitivo, più breve di una ventina di minuti, con ogni probabilità a discapito delle parti più meditative,
Il film avrebbe potuto essere più compatto e unitario se non desse l’impressione di aver subito tagli mirati, evidenti soprattutto nella seconda parte, quando aumenta il tasso di adrenalina e il gusto umoristico in alcune gag, probabilmente per venire incontro ai gusti di quel pubblico di giovani adolescenti maschi che è considerato il target principe di questo genere di pellicole.
Il risultato, tuttavia, è di ridurre l’ultima parte della pellicola ad un lungo e in definitiva ripetitivo scontro tra mostri che potrebbe annoiare chi non sia un fan della spettacolarità fine a se stessa. C’è da attendere il malinconico finale per ritrovare uno spunto di maggiore profondità che riscatta solo in parte il baraccone che lo ha preceduto.
È un peccato, dal momento che altre pellicole affini (dalla saga di X-men ai primi due capitoli di quella di Spiderman, ma anche i recenti Superman returns e Batman Begins) hanno dimostrato come anche un genere popolare come l’adattamento dai fumetti, possa dare spazio ad approfondimenti psicologici e tematici non banali, allargando di fatto il pubblico oltre il limite degli appassionati dei personaggi o delle testate.
La Marvel (e soprattutto la sua neonata associata Marvel Studios, specificamente impegnata nella produzione di pellicole tratte dai più svariati albi della casa editrice – parecchi i titoli già in diverse fasi di lavorazione), come dimostrato con Iron Man, pare invece accontentarsi di una soluzione più superficiale, non sempre compensata dalla presenza di ottimi interpreti capaci di mascherare la programmatica semplificazione della scrittura.
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Titolo Originale: The Incredible Hulk
Paese: USA
Anno: 2008
Regia: Louis Leterrier
Sceneggiatura: Zack Penn e Edward Norton (non accreditato)
Produzione: Avi Arad, Gale Anne Hurd e Kevin Feige per Marvel Studios/Universal Pictures/Valhalla Motion Pictures
Durata: 112′
Interpreti: Edward Norton, Liv Tyler, William Hurt, Tim Roth
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