Lo ha detto oggi pomeriggio papa Francesco nel piazzale della Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, di fronte a migliaia di giovani giunti lì da tutta l’Umbria.
I giovani hanno posto al Pontefice quattro domande sul significato della vocazione, sul perché e come della famiglia, sul lavoro e la missione.
Il Vescovo di Roma non aspettava altro. Ha ringraziato la giovane coppia che gli ha rivolto la prima domanda sulla vocazione ed ha spiegato “ci vuole coraggio per formare una famiglia!” e il matrimonio “è una vera e propria vocazione”.
“Due cristiani che si sposano – ha aggiunto – hanno riconosciuto nella loro storia di amore la chiamata del Signore, la vocazione a formare di due, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita”.
Per i cristiani, “il Sacramento del matrimonio – ha precisato il Santo Padre – avvolge questo amore con la grazia di Dio, lo radica in Dio stesso” per questo motivo “con questo dono, con la certezza di questa chiamata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme!”
Per rendere più chiaro il concetto il Papa ha invitato a pensare a dove hanno trovato il coraggio e la forza i nostri genitori, i nonni e bisnonni, che si sono sposati in condizioni molto più povere e difficili di quelle odierne.
Secondo il Papa, queste persone hanno trovato la forza “nella certezza che il Signore era con loro”, che la famiglia “è benedetta da Dio col Sacramento del matrimonio”, e che benedetta è “la missione di mettere al mondo i figli e di educarli”.
“Con queste certezze – ha sostenuto – hanno superato anche le prove più dure. Erano certezze semplici, ma vere, formavano delle colonne che sostenevano il loro amore”.
Per il Papa questi esempi sono fondamentali per non avere paura di sposarsi e per alimentare la fiducia che il Signore non ci lascia soli!
“Fatelo entrare nella vostra casa come uno di famiglia,Lui vi sosterrà sempre”, ha sottolineato.
Il Pontefice ha quindi spiegato la vocazione complementare al matrimonio e cioè la vita consacrata .
In questo contesto ha invitato tutti a mantenere un rapporto aperto con il Signore.
“Dio ci sorprende sempre! – ha detto – E’ Dio che chiama; però è importante avere un rapporto quotidiano con Lui, ascoltarlo in silenzio davanti al Tabernacolo e nell’intimo di noi stessi, parlargli, accostarsi ai Sacramenti”.
In merito alle domande sull’impegno sociale e sulla evangelizzazione, papa Francesco ha raccontato che ad Assisi, vicino alla Porziuncola, “mi sembra di sentire la voce di san Francesco che ci ripete: “Vangelo, Vangelo!”. Lo dice anche a me, anzi, prima a me: Papa Francesco, sii servitore del Vangelo!”.
Ed ha precisato “il Vangelo, cari amici, non riguarda solo la religione, riguarda l’uomo, tutto l’uomo, e riguarda il mondo, la società, la civiltà umana. (…) Il Vangelo è il messaggio di salvezza di Dio per l’umanità” perché “ognuno di noi ha bisogno di salvezza dal male”.
“Il nostro segreto – ha affermato – è che Dio è più grande del male: Dio è amore infinito, misericordia senza limiti, e questo Amore ha vinto il male alla radice nella morte e risurrezione di Cristo”.
“Con Cristo – ha ripetuto – noi possiamo lottare contro il male e vincerlo ogni giorno. Ci crediamo o no?”.
Per papa Francesco tramite il Vangelo si può suscitare la Fede e trasformare il mondo secondo il disegno di Dio.
Non si tratta di due missioni separate, “portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita – ha sostenuto il Papa – trasforma il mondo! Questa è la via!”.
In conclusione il Vescovo di Roma ha indicato san Francesco che con il Vangelo “ha fatto crescere la fede, ha rinnovato la Chiesa; e nello stesso tempo ha rinnovato la società, l’ha resa più fraterna”.