Come interpreta le parole che il Papa ha espresso in merito ai temi etici nell’intervista a “La Civiltà Cattolica”? Qualcuno ha parlato di discontinuità con il precedente pontificato…
Olimpia Tarzia: Chi ha voluto leggere nelle parole di Papa Francesco una “svolta rivoluzionaria” manifesta quanto meno una scarsa conoscenza della Dottrina del Magistero. Il Santo Padre ha ribadito ciò che da secoli sta al fondamento del pensiero cristiano e che lo rende ancora oggi travolgentemente attrattivo: saper distinguere tra il fatto, che può, anzi deve essere oggettivamente giudicato e il soggetto che compie tale fatto, che non può, anzi non deve mai essere giudicato. Il Papa, infatti, ha definito la Chiesa come un ospedale da campo pronto ad accogliere chi ha bisogno di curare le proprie ferite: un compito che la Chiesa svolge con immutato amore da millenni. La verità nella carità sono da sempre i due pilastri su cui si fonda l’azione pastorale della Chiesa, ed è proprio sulla stretta e indispensabile connessione tra i due termini che il Santo Padre ha voluto, nella sua intervista, richiamare a tutti noi l’importanza di una riflessione e di un discernimento. Nessuna rivoluzione, dunque, nelle parole di Papa Francesco, ma piena continuità nell’annunciare la portata rivoluzionaria – quella sì – del Vangelo, la dottrina sociale della Chiesa e il concetto d’inviolabilità della vita umana così come descritto da Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae: nel segno della misericordia di Dio.
In cosa consiste la legge per contrastare il gioco d’azzardo patologico di cui lei è prima firmataria e che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità?
Olimpia Tarzia: Il settore del gioco d’azzardo ha registrato in sette anni un aumento del 450%, passando da 22 miliardi di euro nel 2004 a circa 80 miliardi nel 2011. L’Italia, inoltre, è l’unico Paese in Europa ad avere 400mila slot machine diffuse capillarmente sul territorio nazionale, senza alcun tipo di regolamentazione. Una legge regionale per contrastare il gioco d’azzardo patologico era, dunque, urgente e doverosa. In mancanza di una chiara disciplina nazionale in materia, era necessario fronteggiare a livello regionale questa vera e propria emergenza sociale che ha messo in ginocchio intere famiglie, condotto a depressione ed anche al suicidio giovani, donne, anziani a vantaggio di pochi profittatori senza scrupolo. Il fenomeno del GAP (gioco d’azzardo patologico, ndr) è in continuo aumento anche a causa di una pubblicità particolarmente pervasiva e i recentissimi fatti di cronaca dimostrano la drammaticità di questa vera e propria patologia. Nell’articolato della legge vengono definite le nozioni di “gioco d’azzardo patologico” e di “sala da gioco”; si definiscono i destinatari e, quindi, l’ambito di applicazione, degli interventi, delle prestazioni e dei servizi socio-sanitari; si disciplina la collocazione delle sale da gioco in relazione all’individuazione delle aree sensibili (scuole, centri giovanili, centri anziani, luoghi di culto o altri istituti frequentati principalmente dai giovani o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale); viene istituito l’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, al fine di monitorare gli effetti in tutte le sue componenti; è fatto divieto di pubblicizzare l’apertura o l’esercizio delle sale da gioco; i gestori, inoltre, avranno l’obbligo di esporre all’ingresso delle sale il materiale informativo predisposto dalle Aziende sanitarie con il quale si spiega ed evidenzia quelli che sono i rischi correlati al gioco.
Ha raggiunto quota 1milione e 100mila firme l’iniziativa “Uno di Noi”, che Lei ha elogiato e promosso. Qual è il Suo bilancio a riguardo?
Olimpia Tarzia: È un segnale importante che ci fa capire come il tema della vita stia molto a cuore ai cittadini. La spinta culturale e politica che viene dalla base attraverso il milione e centomila firme, deve ora proseguire il suo cammino presso le Istituzioni e a tal fine il nostro compito non finisce col termine della raccolta firme.
Insieme alla Pontificia Università Lateranense Lei sta avviando un master di formazione politica. Può illustrarci la missione e le finalità di questa iniziativa educativa?
Olimpia Tarzia: L’azione politica richiede etica, responsabilità ma anche competenze e i cattolici devono parlare a tutti, ma per farlo devono avere chiare le proprie radici antropologiche e difendere la propria identità con argomentazioni fondate: condizioni essenziali per un vero dialogo con chi non è credente. Non possiamo accettare la pretesa di chi chiede ai cattolici di rinunciare a contribuire alla vita sociale e politica del nostro Paese. Ecco il motivo per cui il Movimento PER ha voluto dare vita ad una scuola di formazione politica, nell’ottica di una formazione permanente destinata ai giovani. In due edizioni la scuola ha formato ben 170 giovani e per il2014, in collaborazione conla Pontificia Università Lateranense e grazie alla lungimiranza del Rettore S.E. Mons. Enrico dal Covolo, è in programma, oltre che la terza edizione della scuola di formazione politica, anche la realizzazione di un master universitario di I livello della durata di 2 anni. Il master, in particolar modo, è dedicato a tutti coloro i quali desiderano approfondire principi e tematiche a cui ogni cristiano impegnato in politica deve ispirarsi: principi non negoziabili, libertà religiosa, ma anche sviluppo, etica ed economia, ruolo dei media, ricerca scientifica. I partecipanti al master, inoltre, avranno la possibilità di compiere esperienze concrete all’interno di aziende e pubbliche amministrazioni attraverso appositi stage formativi.
(La prima parte è stata pubblicata ieri, giovedì 3 ottobre)