Raccontano le Memorie biografiche del Santo: “Egli andava quasi ogni giorno a visitarli in mezzo ai lavori, nelle botteghe e nelle fabbriche, e quivi rivolgeva una parola ad uno, una domanda ad un altro, dava un segno di benevolenza a questo, faceva un regalo a quello, e tutti lasciava con una gioia indicibile. – Finalmente abbiamo chi si prende cura di noi! Esclamavano quei poveri giovanetti”.
Dopo il trionfale giro del mondo, l’urna di don Bosco, il 16-17 ottobre, sarà qui, a Genova, sosterà nella sua casa di Sampierdarena. Il 17 – come ha fatto tante volte durante la sua vita – sarà nella cattedrale della città, allora San Siro, oggi, San Lorenzo.
Come allora, Mons. Magnasco, arcivescovo della diocesi genovese, oggi, il cardinale Angelo Bagnasco accoglie il Santo dei giovani.
È Don Bosco stesso che viene a noi! In questa città, rifugio per lui nei momenti difficili!
Qui, nel 1872, in Sampierdarena, acquistò la chiesa di San Gaetano e il Convento annesso. Nacque l’Ospizio di San Vincenzo de Paoli, nello stile dell’Oratorio di Valdocco, ove aveva fatto i primi i passi la sua opera a vantaggio dei giovani poveri ed abbandonati.
Nella Valdocco di Torino, l’accoglienza, da gioco diviene catechismo, da cortile per scorazzare a casa per chi non ne ha, da luogo di svago a scuola di arti e mestieri. L’Opera di Sampierdarena è prima casa per chi ne è senza, scuola di arti e mestieri, attività pastorale parrocchiale, Oratorio…
La sua venuta chiamerà tutti e ciascuno ad uscire dai propri interessi, dalle proprie sicurezze per entrare nel grande sogno di don Bosco, quello di essere “felici nel tempo e nell’eternità”.
La sua venuta vuole essere un incontro con un particolare sguardo ai giovani di oggi per dare loro una speranza di futuro.
Don Bosco “ritorna” per incontrare tutti noi e “rinnovarci” nel dono ai giovani.
Una spinta a festeggiare, nel 2015, il secondo centenario della nascita di questo gigante in campo ecclesiale e sociale, che, certo, non sfigura tra i grandi che “hanno fatto” l’Italia.
Il legame particolare tra don Bosco e Genova ce lo ricorda il cardinale Giuseppe Siri: ” Non c’è stato tra noi figura di rilievo che per qualche tempo non sia entrato nella sua orbita, non ne abbia subito il fascino (…) Genova e don Bosco non ebbero che a vedersi per comprendersi”. Un felice incontro che dura da 141 anni, oggi vitale in tre punti strategici della città: Sampierdarena, Corso Sardegna e Quarto.