Lettura

La parola di Gesù si richiama al testo di Es 21,24, la cosiddetta “legge del taglione”, come norma generale tesa a limitare la violenza: «Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido». Gesù, che non abolisce l’antica legge, ne propone però un’altra che completa quella; essa si riassume nelle parole e nei concetti di misericordia e compassione. Non la risposta vendicativa, anche se controllata e vigilata, ma la sovrabbondanza dell’amore: questo è il messaggio nuovo e dirompente di Gesù. C’è un di più (l’altra guancia, il mantello, due miglia) che qualificano ormai la vita del discepolo.

Meditazione

Con la quarta contrapposizione Gesù ci invita a superare ogni forma di vendetta, anche quella che la legge prevedeva. In questo, il cristiano può contare sul mirabile esempio di Gesù. Gesù ha fatto così, ricorda san Pietro: «Insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia» (1Pt 2,23). La risposta, impegnativa e difficile, è quella del perdono. E anche qui Gesù è maestro. Sulla croce, nel momento più drammatico della violenza subita, ha avuto parole di misericordia e di perdono: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno». Pensiamo a quanto potevano essere concrete e stimolanti queste parole e questo atteggiamento di Gesù per i cristiani della prima ora, anch’essi sottoposti a persecuzione. Sant’Ignazio di Antiòchia non esitava a incoraggiare i suoi a non porre ostacoli al suo cammino verso il martirio: «Lasciate che io sia immolato a Dio, sino a quando è pronto l’altare, per cantare uniti in coro nella carità al Padre in Gesù Cristo… Scrivo a tutte le Chiese e annunzio a tutti che io muoio volentieri per Dio, se voi non me lo impedite. Vi prego di non avere per me una benevolenza inopportuna. Lasciate che sia pasto delle belve per mezzo delle quali mi è possibile raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e macinato dai denti delle fiere per diventare pane puro di Cristo» (Lettera ai Romani, capp. II. IV). Nel messaggio per la pace di quest’anno, Papa Benedetto XVI ha mirabilmente concretizzato il discorso delineando quattro passaggi di una pedagogia della pace citando le parole pronunciate davanti al parlamento libanese: dire no alla vendetta, riconoscere i propri torti, accettare le scuse senza cercarle, perdonare.

Preghiera

«Signore Gesù, i tuoi carnefici sono i tuoi figli che perdoni. Che dolore vedere una tale ingratitudine! Tutti questi dolori per noi, o mio Dio!» (beato Charles de Foucauld).

Agire

«Perché, quando giudichi gli altri, metti nella tua critica l’amarezza dei tuoi personali insuccessi?» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile "Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: 
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