"Sull'obiezione di coscienza, nessuna discriminazione fra i medici"

Scienza & Vita ne sottolinea l'”alto valore educativo nei confronti delle giovani generazioni”

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“La proposta della SIGO di riservare nei concorsi pubblici un numero di posti per medici non obiettori di coscienza non è condivisibile e appare fortemente discriminatoria”. Lo affermano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, Presidente e copresidente dell’Associazione Scienza & Vita.

“La difesa dell’obiezione di coscienza nella sua veste giuridica, costituzionalmente fondata con riferimento ai diritti inviolabili dell’uomo come la libertà di coscienza e sostenuta dal CNB nel luglio del 2012, non può diventare causa di disuguaglianza nei concorsi pubblici. Le disfunzioni della Legge 194 non vanno fatte ricadere sui medici, obiettori e non, quanto sull’organizzazione complessiva delle strutture ospedaliere, come notano molti operatori sanitari”.

“Scienza & Vita ribadisce, inoltre, come l’atto di rifiuto della legge per motivi etici assuma un alto valore educativo nei confronti delle giovani generazioni. L’obiezione di coscienza, vista anche in senso più ampio, è il segnale che rimanda alla responsabilità personale nelle situazioni in cui ci si viene a trovare e nel rapporto con le persone che si incontrano”.

“Anzi, essere obiettori non deve voler dire ‘non fare qualcosa’, ma piuttosto ‘fare’, cioè, laddove sia possibile, stabilire una relazione con persone in situazioni di disagio e dolore per promuovere una procreazione responsabile che è il modo più efficace di prevenire l’aborto, per esempio attraverso un opportuno potenziamento dei consultori familiari, previsti dalla stessa Legge 194, che possono avere un ruolo fondamentale nell’educazione sessuale delle categorie attualmente più a rischio: i giovani e la popolazione d’origine straniera”, conclude poi il comunicato.

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ZENIT Staff

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