Per La Civiltà Cattolica si è trattato di un momento storico: stamattina nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico Vaticano, gli scrittori della storica rivista dei gesuiti hanno incontrato per la prima volta un pontefice loro confratello.

Prima di ricevere in udienza la Comunità degli Scrittori, accompagnati dalle suore e dagli addetti all’amministrazione, papa Francesco si è intrattenuto in un colloquio privato con il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro SJ.

Durante il discorso all’intera comunità il Santo Padre ha poi ricordato come più volte i suoi predecessori, ricevendo in udienza i team della rivista che si sono succeduti nei decenni, abbiano riconosciuto come il vincolo che lega la Civiltà Cattolica al Romano Pontefice, sia sempre stato un “tratto essenziale” della pubblicazione dei gesuiti.

Papa Francesco ha poi indicato ai suoi confratelli la consueta terna di concetti in stile ignaziano. In primo luogo ha parlato di “dialogo”.

Se ai suoi esordi, 163 anni fa, la Civiltà Cattolica si distingueva per il suo stile battagliero, “in sintonia con il clima generale dell’epoca”, con il passare degli anni e dei decenni, tuttavia, la rivista dei gesuiti si è caratterizzata per “una ricca varietà di posizioni, dovute sia al mutare delle circostanze storiche, sia alle personalità dei singoli scrittori”, con un punto fermo imprescindibile costituito dalla “fedeltà alla Chiesa” che, ancora oggi, impone di “essere duri contro le ipocrisie frutto di un cuore chiuso, malato”.

Vocazione della Civiltà Cattolica – e della Compagnia di Gesù in generale – non è però quella “di costruire muri ma ponti”, ovvero di “stabilire un dialogo con tutti gli uomini, anche con coloro che non condividono la fede cristiana” o addirittura la perseguitano.

“Dialogare significa essere convinti che l'altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alla sua opinione, alle sue proposte, senza cadere, ovviamente, nel relativismo”, ha sottolineato il Papa. Per dialogare, è necessario “abbassare le difese ed aprire le porte”, ha aggiunto.

Francesco ha quindi esortato gli scrittori della Civiltà Cattolica a proseguire nel loro “dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche”, perché, tutti insieme, si cooperi per il “bene comune”. La «civiltà cattolica», ha aggiunto, è “la civiltà dell’amore, della misericordia, della fede”.

La seconda parola chiave è il “discernimento”, ovvero la capacità di “raccogliere ed esprimere le attese, i desideri, le gioie e i drammi del nostro tempo, e di offrire gli elementi per una lettura della realtà alla luce del Vangelo”.

In altre parole, è necessario che qualcuno “interpreti” e “capisca” le “grandi domande spirituali”, secondo lo spirito di Sant’Ignazio, ovvero di “cercare e trovare Dio in tutte le cose”.

Lo zelo che i gesuiti da sempre dimostrano in tutti i campi dello scibile umano deve essere sempre sostenuto da “una particolare attenzione nei confronti della verità, della bontà e della bellezza di Dio, preziosi alleati nell'impegno a difesa della dignità dell'uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica e nel custodire con cura il creato”, ha evidenziato il Pontefice.

In questa ricerca lo sguardo va mantenuto “ben fisso su Cristo” e, nel contempo, “profetico e dinamico verso il futuro”, evitando la “malattia spirituale della autoreferenzialità”, per colpa della quale, talora, anche la Chiesa “si ammala” e “invecchia”.

La terza parola chiave menzionata dal Papa è “frontiera”. Entrando nel vivo del dibattito culturale contemporaneo, la Civiltà Cattolica è chiamata a dare il proprio contributo per sanare il “dramma” della “frattura tra Vangelo e cultura”.

Sulla scia di quanto detto dal papa emerito Benedetto XVI, che a suo tempo sottolineò la presenza attiva dei gesuiti “nei campi più difficili”, “nei crocevia delle ideologie” e “nelle trincee sociali”, Francesco ha raccomandato ai suoi confratelli della Civiltà Cattolica di “essere uomini di frontiera con quella capacità che viene da Dio (cfr 2Cor 3,6)”.

Sottolineando i cambiamenti nella veste grafica e il lancio della nuova versione digitale della Civiltà Cattolica, il Santo Padre ha aggiunto: “Anche queste sono frontiere sulle quali siete chiamati a operare. Proseguite su questa strada!”.

La Civiltà Cattolica è “una rivista unica nel suo genere”, una sorta di “coro affiatato” in cui “ciascuno deve avere la sua voce e porla in armonia con quella degli altri”, ha commentato papa Francesco, prima della sua esortazione finale: “Cari fratelli, forza! Sono sicuro di poter contare su di voi”.