Paradosso dei paradossi dei nostri tempi. Tutti comprendono quanto importante sia la ricerca e soprattutto la qualità e il dinamismo dei ricercatori. Però la burocrazia, logiche meschine, utilitaristiche e speculative occupano gli spazi destinati ai giovani ricercatori.
Così, per lavorare, i giovani ricercatori italiani sono costretti ad emigrare, ma qualcuno torna.
E’ il caso della Dr.ssa Alessandra Fierabracci, responsabile del Laboratorio di Autoimmunità dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
ZENIT l’ha intervistata.
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Come è iniziato il suo iter professionale?
Dr.ssa Alessandra Fierabracci: Sin dagli anni della Scuola Secondaria ho sempre manifestato un vivo interesse nello studio delle scienze ed in particolare della biologia umana. Dopo aver conseguito il diploma di Maturità classica presso il Liceo Giosuè Carducci di Volterra, mi sono iscritta alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Pisa. Da allora ho sviluppato la curiosità nel cercare di comprendere le cause delle malattie nell’uomo. Una volta conseguita la Laurea mi sono dedicata alla pratica clinica frequentando come specializzanda il Dipartimento di Medicina Interna nella Clinica Medica della medesima Università.
Cosa l'ha spinta ad allontanarsi dall' Italia ed in seguito a farvi ritorno?
Dr.ssa Alessandra Fierabracci: Sin dagli inizi della mia carriera avvertivo un forte desiderio di dedicarmi alla ricerca ed in particolare approfondire le mie conoscenze riguardo al diabete mellito insulino-dipendente e le patologie endocrine autoimmuni.
Usufruendo di una borsa di studio del CNR ho pertanto lasciato la Toscana e mi sono quindi trasferita a Londra (UK) per partecipare al corso di Doctor of Phylosophy (PhD) in Immunologia presso il Queen Mary Westfield College di Londra dove mi sono dedicata allo studio della patogenesi del diabete mellito insulino-dipendente. Conseguito il dottorato sono stata assunta a tempo indeterminato come ‘Lettore’ universitario, posizione che mi consentiva di dedicarmi alla attività didattica e di ricerca. Ho anche trascorso un anno sabbatico presso la Università di Pittsburgh in Pennsylvania (USA) frequentando il Dipartimento di Immunogenetica.
Studiare e lavorare all’estero per me è stata una esperienza di grande valore formativo non solo da un punto di vista professionale ma anche come esperienza di vita. Sebbene la permanenza in Gran Bretagna e negli Stati Uniti per un periodo di ben nove anni possa aver presentato delle difficoltà di ambientamento, mi ha comunque consentito di confrontarmi con culture diverse e profondamente arricchito anche da un punto di vista umano. Dal 2001 ho avuto la opportunità di rientrare in Italia per continuare le mie ricerche una volta assunta a tempo indeterminato come Medico Ricercatore Responsabile di Laboratorio presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Cosa studia in particolare il suo Laboratorio?
Dr.ssa Alessandra Fierabracci: Cerchiamo di comprendere quali sono i meccanismi genetici ed i fattori ambientali responsabili della insorgenza delle malattie autoimmuni ed in particolare del diabete mellito insulino-dipendente. In questa ultima condizione il sistema immune, deputato a proteggere il nostro organismo dagli agenti esterni, ‘erroneamente’ aggredisce le cellule beta delle isole pancreatiche, che producono insulina. Sebbene il paziente diabetico abbia in circolo autoanticorpi diretti contro proteine delle isole, utilizzati attualmente come marcatori di predizione dell’ insorgenza della malattia nel periodo prediabetico, si ritiene che i linfociti T autoreattivi siano i ‘reali’ aggressori della cellula beta. La nostra ricerca è volta a migliorare le attuali misure di predizione della insorgenza della malattia e quindi la sua prevenzione.
Cosa ritiene importante per sostenere la ricerca in Italia?
Dr.ssa Alessandra Fierabracci: In Italia ci sono ricercatori di alto livello. Il loro impegno ed i loro risultati sono alla base dello sviluppo economico del Paese. Occorre rafforzare la collaborazione tra mondo accademico ed industria per garantire i necessari finanziamenti.
In ultimo, lei è di origini toscane, di Roma cosa le piace di più ?
Dr.ssa Alessandra Fierabracci: Roma è il centro della spiritualità e città ‘eterna’ nelle sue ampie prospettive di scambio culturale.
Ringraziamo la Dr. ssa Fierabracci per il tempo a noi dedicato.