[La prima parte dell'intervista al senatore Ronan Mullen è stata pubblicata ieri, martedì 28 maggio]
Qual è la responsabilità dei politici e dei partiti verso tutte le persone coinvolte?
Mullen: Dobbiamo riconoscere che la legge forma le nostre coscienze e ciò che è permesso dalla legge diventa sempre socialmente più accettabile. Attualmente, alcune migliaia di donne irlandesi ogni anno si recano in Gran Bretagna o altrove per abortire. E’ una tragedia, ma questa percentuale di aborti è molto inferiore rispetto alla Gran Bretagna, parzialmente per l’effetto educativo della legge e per il diffuso sentimento pro-life che permane nella società irlandese.
La Chiesa e altri soggetti hanno lavorato per assistere le donne che si trovano ad avere una gravidanza difficile per aiutarle a vedere che c’è sempre un’alternativa all’aborto e che l'amore e il sostegno concreto sono a disposizione. Dobbiamo raddoppiare gli sforzi qui, ma tutto questo buon lavoro sarà reso vano se l’aborto diventerà legale in Irlanda.
I politici dovrebbero essere veritieri nelle loro espressioni in materia di vita e di morte, e non dovrebbero mai manipolare il pubblico per guadagnare sostegni per le loro proposte. L'affermazione del Governo che non sta cambiando la legge è tecnicamente vera, ma la sua proposta di legge attiverà una legge estremamente pericolosa e ingiusta che è rimasta irrealizzata per 21 anni.
Le rivendicazioni del Governo, secondo cui si tratterebbe di una proposta restrittiva, non sono veritiere. Purtroppo c’è un ampio uso dell’antilingua, un abuso del linguaggio.
Questo dibattito politico si è acceso dopo il tragico caso di Savita Halappanavar. Il caso è stato diffuso e utilizzato dai media di tutto il mondo come una bandiera pro-choice. Qual e’ la storia vera di Savita?
Mullen: E’ opportuno chiarire che la legge irlandese permette tutti gli interventi medici necessari per salvare la vita della madre, quando sta soffrendo di una malattia fisica durante la gravidanza. Non c’è alcuna controversia su questo e il nostro basso tasso di mortalità materna conferma che i dottori già fanno tutto ciò che è necessario per salvare la donna nei nostri ospedali e questa è una cosa buona e giusta.
Sfortunatamente è successo un fatto tragico a Galway: una donna indiana, Savita Halappanavar, è morta in seguito a sepsi in ospedale, dopo un aborto. Aveva chiesto per una procedura di IVG quando era emerso che stava abortendo.
In quel momento nessuno aveva compreso che ci fosse un pericolo di vita per lei. Se con un appropriato monitoraggio, che andava fatto, avesse rivelato che c’era un reale e sostanziale pericolo di vita, la procedura sarebbe stata legittima anche se avesse comportato la fine della gravidanza. Questo controllo è deplorevolmente mancato e alcuni hanno pensato di usare la tragedia come prova che la legge irlandese ha bisogno di essere cambiata. La legge non è il problema, questo è chiaro nel momento in cui realizziamo che varie donne muoiono tragicamente per sepsi durante la gravidanza anche in altri ordinamenti, compresi quelli che permettono l’aborto.
Lei ha creato nel Parlamento irlandese l’Human Dignity Group.
Mullen: Alcuni membri del parlamento nazionale si incontrano di tanto in tanto per riflettere sulla legge e sulla politica in materie che riguardano la dignità umana e per ascoltare relatori e ospiti.
Il senatore Jim Walsh presiede questo gruppo. Spero che sempre più parlamentari siano interessati a questo gruppo. E’ importante che, come politici, ci prendiamo il tempo necessario per riflettere su molte questioni complesse che vengono sollevate per una decisione.
Dentro e fuori dell’Human Dignity Group, abbiamo avuto un notevole successo con numerose informative fatte per i parlamentari su questioni concernenti il rispetto del bambino non ancora nato. Qualche tempo fa, abbiamo avuto un breakfast briefing con alcune famiglie dell’Associazione One Day More (Un giorno in più), un gruppo di famiglie con bambini con gravi o fatali anomalie fetali, che chiede una presa in carico sociale e legale per la protezione dei bambini.
Hanno preso il nome dalla storia di una delle madri coinvolte che descrisse come, avendo saputo di una fatale anomalia di suo figlio durante la gravidanza, si era trovata a sperare per “un giorno in più” con il bambino che amava e la cui morte temeva potesse accadere in ogni momento.
Le famiglie di One Day More hanno fatto una presentazione commovente seguita da un quarto dei membri dell’intero Parlamento. Non importa cosa succederà con la legislazione sull’aborto, è importante che continuiamo con iniziative di questo genere.
One of Us è la prima Iniziativa Europea lanciata da persone di tutta l’Unione e chiede che le Istituzioni Europee affermino che la dignità umana comincia dal concepimento, e che, di conseguenza, fermino la sovvenzione di progetti che presuppongono la distruzione del bambino in fase prenatale. Lei ha firmato questa iniziativa, perché?
Mullen: Ritengo che “Uno di Noi” sia un contributo molto importante per la cultura, sia a livello europeo che a livello irlandese. Credo che sia vitale sollevare una pubblica consapevolezza di quando esattamente inizia la vita, cioè dal concepimento, e promuovere una cultura di rispetto della vita in ogni momento dello sviluppo.
Mentre è vero che l’Irlanda si trova a fronteggiare una sfida più immediata con il nostro Governo, cioè la proposta di legge sull’aborto, penso che sia importante che agiamo per rispettare la vita in qualsiasi modo sia possibile.
Sono grato al parlamentare europeo Carlo Casini per avere assunto questa iniziativa, che dà l’opportunità alla gente di fare un passo positivo con uno sforzo relativamente piccolo. Spero ardentemente che abbia successo. Io stesso ho firmato e incoraggerò tutti i miei sostenitori a fare lo stesso e a diffondere l’iniziativa.
Uno dei grandi meriti dell’Iniziativa Uno di Noi è quella di avere iniziato un discorso. Quando accostiamo la gente per chiedere la firma, dobbiamo spiegare il background e giustificare la nostra posizione. Questo è come dovrebbe essere.
Il futuro dell’Europa dipende da quante persone di buona volontà avranno abbastanza coraggio delle loro convinzioni per uscire e promuovere la cultura della vita, che è essenziale per la nostra felicità e il nostro benessere.