La seconda giornata della 36° Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo è stata dedicata alla misericordia di Dio che perdona, riconcilia, libera e guarisce.
“Spogliati della tua tristezza, Gerusalemme… tu sarai chiamata città del Signore”: questo luogo è Gerusalemme, questa Assemblea che si apre a una giornata dedicata alla Misericordia. La preghiera, guidata dai membri di diversi comitati regionali, esprime dal principio il desiderio di un incontro forte con il Signore. “Ho desiderio di incontrarti, Signore”, è la parola chiave che dal palco invitano a ripetere, accompagnata da un segno, quello di porre la mano sul cuore, tempo nel quale incontrare il Signore, tempo che oggi sarà “liberato” dal peccato per lasciare spazio a Dio.
La preghiera continua con la lode, Cristo è presente, vittorioso su ogni peccato e su ogni miseria, mentre la Parola è proclamata: “io continuerò a fare prodigi stupendi, in mezzo a questo popolo; quel giorno, i sordi udiranno le parole del libro, gli occhi dei ciechi vedranno, liberi da tenebre e da oscurità” (Is 29,14 ss.). Il Signore si inchina davanti ai suoi figli e continua a farlo in questa giornata nel sacramento della confessione, per donare “la grazia della correzione dell’errore”. Oggi è il giorno della salvezza, lo conferma la proclamazione della guarigione del cieco nella piscina di Siloe (cfr. Gv 9,6-7). “Signore, tu passi e rompi le catene – risponde l’assemblea -. Questa è la nostra fede. Amen”.
Tra i testimonianze che si sono ascoltate oggi, c’è quella di Francesco, 51 anni, che nel 1995 cominciò ad iniziare quasi per caso a seguire un gruppo RnS a Bitonto (Bari). Fino ad allora la sua vita stava seguendo un “cammino già scritto, confermato da una violenza che iniziò a 17 anni”, pieno di relazioni superficiali accompagnate da ira ed aggressività. Tuttavia, la vicinanza dei fratelli del gruppo di preghiera, l’attenzione del coordinatore, il discernimento comunitario ed ecclesiale, hanno gettato una luce sulle “catene del peccato e della morte” che lo tenevano schiavo del male. Sono stati necessari dieci anni prima di tornare ad essere completamente libero, ha spiegato Francesco, forse a causa delle “resistenze umane e spirituali in me, e per i motivi generazionali del mio problema”. “Io sono testimone dell’Amore potente e misericordioso di Dio che mi ha perdonato e liberato”, racconta, e sebbene le ferite del peccato fanno ancora male, Francesco oggi è felicemente sposato con una donna “straordinaria, con cui ho avuto due figli meravigliosi” e ogni giorno rende lode al Signore per quello che ha compiuto nella sua vita per mezzo dei fratelli del Rinnovamento.
Una mattina di preghiera e lode, in cui si è chiesto misericordia a Dio, per mezzo di canti animati e con l’invocazione dello Spirito Santo, perché sia versato nei cuori di tutta l’Assemblea (circa 15mila persone riunite in un padiglione) e li guarisca. In un ambiente di profonda preghiera e azione di grazia, si percepisce l’azione dello Spirito e l’unione tra i fedeli presenti. La mattinata è trascorsa tra momenti di silenzio e raccoglimento e altri di appassionata lode.
Concludendo la celebrazione mattutina della misericordia e del perdono, don Guido Pietrogrande ha esortato i presenti a intercedere per i giovani, li ha invitati a sedersi e agli altri ha chiesto di imporre le proprie mani su di essi e di pregare. “Coscienti della fragilità ma anche della bellezza di questa età, ha detto, chiediamo che lo Spirito effonda la sua benedizione su di essi”.