E' l'ora della nonviolenza

Le conclusioni del Congresso nazionale di Pax Christi Italia

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Spalancare la finestra del futuro, progettando insieme, osando insieme, come suggeriva don Tonino Bello, è l’impegno che Pax Christi oggi assume e rilancia, dal suo consesso congressuale appena conclusosi a Roma. 

E’ l’ora della nonviolenza.

Dalla fiducia negli eserciti e nelle armi, passiamo alla ricerca della pace con mezzi pacifici; dalla condizione di sospetto e di squalifica di chi proviene da altre culture, all’accoglienza e alla valorizzazione delle diversità. 

Il movimento esprime forte preoccupazione per il clima di chiusura nei propri interessi personali o di gruppo che oggi sia la politica che la società esprimono, eludendo cosi al compito autentico di rispondere ai bisogni essenziali della gente e alla salvaguardia dei diritti costituzionali.

Auspichiamo un ritorno alla Politica “arte nobile e difficile” (GS 75), come cura del Bene Comune, che favorisca ogni forma di partecipazione, di costruzione di possibilità di convivenza civile e democratica, aperta al confronto e al dialogo tra parti diverse. 

La presenza di José Henriquez, Segretario generale di Pax Christi International, ha evidenziato la necessità di un impegno per il disarmo e la salvaguardia dei diritti anche oltre confine: che ci siano “larghe intese” per la pace, contro le guerre e contro il riarmo nucleare, le spese militari, il progetto folle di investimento negli F35. 

E’ l’ora della nonviolenza.

Ripartiamo dalla scuole, disarmandole e restituendo loro la vocazione educativa e formativa. Il congresso esprime un chiaro dissenso rispetto alle attività promozionali dell’Esercito, della Marina e dell’Areonautica militare, e rilancia l’urgenza di una scuola capace di educare alla nonviolenza, alla Pace e alla cittadinanza attiva. 

In particolare, rilanciamo la nostra decisa contrarietà all’inquadramento dei cappellani miltari come ufficiali all’interno delle forze armate italiane. E anche quest’anno chiediamo la cancellazione dell’inutile parata militare che fa sfilare armi e soldati per festeggiare la nostra Repubblica, soprattutto in questo momento di crisi economica.

In sintonia con le parole di mons. Crociata nel suo saluto al congresso, si accoglie con speranza lo spirito nuovo introdotto da Papa Francesco nella Chiesa, perché il popolo di Dio possa sempre più radicare il proprio impegno verso la nonviolenza, la pace, la salvaguardia del creato e verso una vera condivisione con gli ultimi e con le “periferie esistenziali”, oggi sempre più popolate.

Solo così potremo essere tutti “l’uomo della pace, l’uomo povero che custodisce il creato” (Papa Francesco, 16 marzo 2013).

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ZENIT Staff

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