È stato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a presiedere ieri pomeriggio l’Eucaristia a conclusione della seconda giornata della 36 ª Assemblea Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo di Rimini.
Prima della Messa, mons. Fisichella ha portato un messaggio inaspettato che ha fatto letteralmente esplodere di gioia i quindicimila presenti. Dopo il “segno della croce” mons. Fisichella ha rivolto a tutti il saluto affettuoso di Papa Francesco. «Prima di iniziare questa Celebrazione, ho da portarvi un saluto – ha detto il presule – Questa mattina, prima di partire, ho incontrato Papa Francesco. Gli ho detto: “Santo Padre, tra poco devo partire. Vado a Rimini, dove ci sono migliaia e migliaia di fedeli del Rinnovamento nello Spirito: uomini, donne, giovani”.
“Il Papa – ha proseguito Fisichella – con un grande sorriso mi ha detto ‘ Dì loro che gli voglio tanto bene. Come se non bastasse, prima di congedarmi ha aggiunto ‘Guardi, dica loro che gli voglio molto bene perché in Argentina ero il responsabile. E quindi a loro voglio molto bene'”.
Nella sua omelia, mons. Fisichella ha poi rivolto parole affettuose verso i partecipanti al grande raduno, ringraziandoli per “la grande opera di nuova evangelizzazione che già da tanto tempo stanno portando avanti”, ma che “si apre davanti all’impegno di tutti attraverso il Piano nazionale per la nuova evangelizzazione che si consegnati e che da questo momento diventa la bussola per lavorare e agire nel cuore della Chiesa “.
Nella sua breve e concreta predicazione, il Capo-Dicastero si è soffermato poi sul “lavoro” della nuova evangelizzazione e sulla figura di Gesù quale “maestro che ci accompagna e non ci abbandona in un mondo dove spesso il cristiano deve camminare controcorrente”.
Ha ricordato inoltre che Gesù è la “rivelazione che indica il cammino che Dio ha sempre inteso per noi”. “La domanda di Tommaso – ha soggiunto – è la nostra: Signore, Tu sei la via, ma come possiamo conoscerlo?”.
“Il segreto della nostra esistenza, la piena realizzazione della felicità – ha quindi spiegato mons. Fisichella – si ottiene quando accogliamo il piano di Dio per noi e lo mettiamo in pratica. Ma non sempre ciò che il cuore comprende, trova una piena e concreta realizzazione”.
Una “realizzazione” che, ha rimarcato il vescovo, si trova solo in Cristo che non ci lascia mai soli: “Egli è la via in cui possiamo sapere chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, ci indica la meta”. La nuova evangelizzazione, dunque, “ci chiama a fare della fede la nostra certezza, a fondare la vita in Gesù Cristo”.
La testimonianza, pertanto – ha concluso il presidente del Dicastero per la nuova evangelizzazione – “non può quindi prescindere dall’annuncio della speranza della risurrezione, che si contrappone con la tendenza alla cultura della morte, in cui la mancanza di Dio rimuove ogni prospettiva e futuro orientamento. Dobbiamo diventare pellegrini: l’obiettivo è Lui, Gesù. E in questo obiettivo possiamo incontrare noi stessi.».