Domenica scorsa Papa Francesco ha preso possesso della terza delle quattro basiliche papali, quella di San Paolo fuori le mura. Per l’occasione ZENIT ha chiesto al cardinale Francesco Monterisi, arciprete emerito di questa basilica, alcune delucidazioni sulla storia, sui monaci, sulla tomba di san Paolo, ma anche sulla cerimonia di insediamento del Santo Padre e sul fervore che ha svegliato.
Sulla riforma della Curia, il cardinale Monterisi ha sottolineato l’opportunità che questa divenga uno strumento più agile in mano al Papa, che con il suo aiuto, potrà esercitare il suo “servizio petrino”, soprattutto per far giungere Cristo ed il suo messaggio fino ai confini del mondo.
Il porporato si è detto convinto che il Papa continuerà a insistere nel presentare Dio come Padre che ama l’uomo, che è misericordioso e perdona e che è disposto ad aprire le braccia a tutti i suoi figli.
Eminenza, lei è stato arciprete della basilica di San Paolo fino a pochi mesi fa…
Card. Monterisi: Sì, sono stato arciprete fino a novembre dello scorso anno, oggi lo è il cardinale James Michael Harvey.
Cosa ci può raccontare di questa basilica nella quale Papa Francesco ha appena preso possesso?
Card. Monterisi: Per quanto riguarda la basilica, è noto che, fin dal settimo secolo, gli storici registrano l’arrivo di una Comunità di benedettini. Da allora è proseguita la presenza benedettina presso la Basilica di San Paolo, con l’abate come responsabile tanto dell’abbazia quanto della basilica. Quella attuale è una bella comunità, ci sono circa 24 monaci di diversi paesi, compresi alcuni studenti e novizi. Dal 2005, con Benedetto XVI, ci sono state delle riforme ed è stato istituito un cardinale arciprete, come nelle altre tre “Basiliche Papali”.
Ci può parlare degli importanti lavori che recentemente hanno avuto luogo?
Card. Monterisi: Quando il primo arciprete, Andrea di Montezemolo, si insediò, trovò giustamente opportuno costruire un edificio, sul terreno al lato destro della basilica, un luogo finalizzato a necessità concrete, soprattutto per l’accoglienza dei pellegrini: un punto di ristoro, un punto vendita di souvenir e di oggetti religiosi, eccetera. Parte dell’edificio serve però per i lavori che svolgono i custodi della basilica.
Un altro importante edificio è sorto accanto alla Basilica. Da pochi mesi sono terminati i lavori di costruzione di un nuovo padiglione dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù: in esso l’ospedale è già operante, testimoniando così l’opera di assistenza della Chiesa verso i più piccoli.
Hanno avuto luogo anche scavi archeologici?
Card. Monterisi. Sì, perché quando iniziarono i lavori per il nuovo edificio, sono stati ritrovati dei resti archeologici, al punto che i lavori sono stati interrotti per più di un anno, mentre la Sezione Archeologica dei Musei Vaticani procedeva a identificare i ruderi degli scavi. Furono trovati i resti di un monastero, verosimilmente di monache. Era noto che, attorno al 600, delle suore erano presso la basilica di San Paolo, quasi come “custodi” della Tomba dell’Apostolo delle Genti. Esiste, in effetti, nell’Abbazia una lapide, attribuita a Gregorio Magno, che conferma l’esistenza della comunità delle monache a San Paolo al suo tempo.
Cos’altro hanno riportato gli scavi?
Card. Monterisi: Come detto, fu attorno al 700 che arrivarono i primi monaci. Con il tempo si consolidò l’abbazia benedettina, affiliata alla congregazione cassinese. Gli scavi hanno dato alla luce un monastero che ha avuto il suo maggiore sviluppo nell’800 dopo Cristo, quando papa Giovanni VIII, per togliere un po’ della “solitudine” di San Paolo fuori le Mura, fece costruire nei suoi paraggi un villaggio che venne chiamato Giovannipoli, in seguito anch’esso scomparso.
Perché San Paolo è una delle quattro basiliche pontificie non per esempio Santa Croce in Gerusalemme?
Card. Monterisi. È stata una scelta dei pontefici. San Paolo è stata, da sempre, una “basilica papale”, costruita per il Papa da Costantino, e chiamata per questo “costantiniana” assieme a quelle di San Pietro, Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano. Accanto a quest’ultima fu costruita, su terre di proprietà di Costantino, anche la residenza del papa.
[La seconda parte sarà pubblicata domani, domenica 21 aprile]