Sono partiti stamattina in 1750, suddivisi in 33 pullman e per almeno tre quarti sono studenti delle scuole medie (gli altri sono adulti accompagnatori tra genitori, educatori, catechisti, seminaristi, suore e sacerdoti): è il pacifico esercito che dalla Diocesi di Venezia è giunto oggi a Roma per vivere il pellegrinaggio dei ragazzi guidato dal Patriarca Francesco ed organizzato nell’Anno della Fede per incontrare Papa Francesco e pregare sulle tombe di san Pietro e di san Paolo.
“Tu… mi ami?” è lo slogan che accompagnerà i preadolescenti veneziani nel loro viaggio che si protrarrà fino a domenica 21 aprile. Ogni gruppo-pullman sarà sostanzialmente indipendente ma nel corso delle giornate romane sono previsti alcuni importanti momenti comuni. Già questo pomeriggio, alle ore 17.30, ci sarà nella basilica di S. Paolo fuori le mura un momento di incontro, saluto e preghiera con mons. Moraglia, poco prima della sistemazione negli alberghi.
Il programma di domani, sabato, è a discrezione dei vari gruppi parrocchiali e/o associativi; il Patriarca sarà presente al mattino a S. Giovanni in Laterano e al pomeriggio nella basilica di S. Marco Evangelista, a piazza Venezia, per avvicinare ed incontrare così i ragazzi di passaggio in quei luoghi. Si ritornerà tutti insieme domenica 21, per celebrare con il Patriarca la messa alle ore 9.00 a S. Andrea della Valle; a seguire, tutti i giovanissimi pellegrini si recheranno a S. Pietro per partecipare Regina Coeli con Papa Francesco. In serata è, infine, previsto il rientro a Venezia.
Oltre a mons. Moraglia, già a Roma da alcuni giorni per la visita “ad limina” con i Vescovi del Triveneto appena conclusa, ci saranno anche mons. Mario Ronzini, mons. Valter Perini e mons. Danilo Barlese. I gruppi più numerosi provengono da Caorle (parrocchie di S. Stefano e S. Margherita), Carpenedo, Zelarino e Gazzera.
Il pellegrinaggio, spiega mons. Perini delegato patriarcale per l’evangelizzazione e la catechesi, è stato ideato“per aiutare i nostri ragazzi a paragonarsi sempre di più con il successore di Pietro ed essere confermati nella fede. Li aiuterà a capire che, se vogliono crescere devono farlo dentro una comunità cristiana, della quale fanno parte i loro genitori, gli educatori, i sacerdoti, i vescovi, il papa… Crescere confrontandosi con le figure adulte che il Signore ha pensato per noi significa avere le garanzie per crescere bene, come uomini e donne realizzati perché il cristianesimo è una fraternità, una compagnia, una strada per diventare amici nella quale si sperimenta, in particolare, la gratitudine e il perdono”.