Chi conosce il mondo della danza sa bene che non è facile entrare a far parte della grandiosa compagnia dell’Opéra National di Parigi. Il corpo di ballo del Palais Garnier è l’Olimpo della danza, e le sue storiche porte si aprono solo per chi viene “sfornato” dalla Scuola dello stesso Teatro o per chi “francese” lo è dalla testa fino al collo del piede. Pensare quindi che un italiano, a neanche 2o anni, non solo sia stato ammesso nel Corpo di ballo dell’Opéra, ma dopo pochi anni ne sia diventato il primo ballerino, fa pensare che si tratti davvero di un talento straordinario.
D’altronde le doti e la tempra di Alessio si sono forgiate sin da quando ha messo il suo piede arcuato in questo mondo, dovendo presto essere all’altezza di una “dinastia” di grandi artisti. La famiglia Carbone è infatti vera fucina di fenomeni della danza: suo padre Giuseppe è coreografo ed ex direttore di importanti teatri; sua madre, Iride Sauri, indimenticabile ballerina de La Fenice di Venezia; sua sorella, Beatrice, étoile della Scala di Milano.
Alessio non è stato da meno e ha mantenuto alto l’orgoglio familiare. E italiano. Nato nel 1978 a Stoccolma, già a 5 anni prende lezioni nelle scuole venete. A 13 entra nell’accademia del Teatro alla Scala di Milano e lì – racconta – «si comincia a fare sul serio». Nel settembre del 1996, qualche mese dopo il conseguimento del diploma, entra a far parte della Compagnia della Scala distinguendosi in ruoli solisti del grande repertorio classico: Giselle, Lago dei Cigni, Histoire de Manon, in particolare nelle coreografie di Rudolf Nureyev.
Il passo verso Parigi è breve: nel 1997 entra con audizione a far parte del Corpo di ballo dell’Opèra. La scalata è repentina: nel 2000 viene promosso Coryphee; nel 2001, a 21 anni, Sujet e infine, il 30 dicembre 2002, è nominato Premier Danseur.
Professionista instancabile – tanto che, afferma, «mi alleno anche d’estate alla sbarra del letto, per non arrugginirmi» – l’impegno di Alessio Carbone non si limita solo alla tecnica dei ruoli che interpreta, ma scava ancora più a fondo nell’anima dei personaggi che porta in scena, nella storia e nella tradizione di ogni spettacolo a cui partecipa. Un frutto, questo, della sua passione per la lettura, soprattutto di libri di filosofia, di spiritualità, dei romanzi di Tolstoj e Proust.
La sua ricerca di una spiritualità pura e radicale ha mosso, inoltre, il danzatore ad usare i suoi “preziosi” piedi per percorrere, lo scorso agosto, 850 km del cammino di Santiago de Compostela. «Era una esperienza che volevo fare da molti anni», spiega, «i miei colleghi ballerini mi dicevano: “Sei matto! Dopo la fatica degli spettacoli va a riposarti alle Maldive”. Ma io sono partito comunque».
Un’infiammazione al tendine ha fermato il cammino di Alessio. «In realtà dopo qualche giorno volevo già ripartire, ma il mio medico mi disse di stare a riposo pensando che dopo solo due settimane sarebbe ricominciata la stagione in Teatro». In ogni caso, assicura, «è un’esperienza che ripeterò, forse proprio quest’estate perché mi ha lasciato tanto». «Per chi come me è abituato a grandi palcoscenici, a sentire ogni sera gli applausi e i complimenti del pubblico è facile montarsi la testa – aggiunge il ballerino -. Mettersi così alla prova, in un percorso come quello di Santiago, ti aiuta ad essere umile e a capire anche quali sono i tuoi limiti».
Questo mondo interiore variegato e affascinante, Alessio Carbone lo condividerà con il pubblico romano domani, sabato 20 aprile, alle ore 18.30, nella Chiesa degli Artisti, dove, intervistato dalla caporedattrice della redazione Cultura del TG1, Maria Rosaria Gianni, sarà protagonista del quarto appuntamento dei «Frammenti di bellezza» dedicato alla danza, nell’ambito del progetto a cura del Vicariato di Roma «Una porta verso l’Infinito».
Alessio Carbone (Foto: Facebook)
Dall'Opéra di Parigi al cammino di Santiago: Alessio Carbone, ballerino pellegrino
A Roma, nella Chiesa degli Artisti, il “Premier Danseur” racconterà la sua arte e la sua spiritualità nella serata “Frammenti di Bellezza” del progetto “Una Porta verso l’Infinito”