Come dovrebbero comportarsi i preti nella modernità

Intervista al cardinale Piacenza e a padre Cantalamessa sulla figura del sacerdote nel nostro tempo, in occasione del Pellegrinaggio polacco dei Seminari Maggiori a Czestochowa e Jasna Góra

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“I sacerdoti devono essere legati a Gesù e avere la capacità di rispondere alle sfide del nostro tempo”. Lo ha dichiarato a ZENIT il cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero, in occasione del IV Pellegrinaggio Nazionale dei Seminari Maggiori a Czestochowa e Jasna Góra, svoltosi in Polonia il 16 e il 17 aprile.

Commentando la presenza dei sacerdoti nella modernità, il cardinale ha affermato: “Spesso si pensa che per essere partecipi dei tempi moderni, si deve rincorrere il flusso del tempo. Io penso invece che per rispondere alle sfide dei nostri giorni i sacerdoti prima di tutto devono essere particolarmente aperti a Dio ed essere uniti a Dio”.

Il porporato ha dichiarato, inoltre, che “è lo Spirito di Dio a permetterci di rispondere a tutte le problematiche dei nostri giorni”. “Abbiamo bisogno di imitare Gesù – ha soggiunto – che ha pregato prima nel segreto e poi ha fatto fronte alle sfide del suo tempo”.

Secondo Piacenza, “è importante che i sacerdoti trovino un’identità cristiana, una identità basata sull’unità con Cristo. E’ questa la risposta concreta di oggi”. In tal senso, bisogna ricordare l’esempio di San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, che “ha dimostrato pienamente che il sacerdote è alter Christus” e “le sue vere cattedre di insegnamento erano l’altare e il confessionale”.

“I sacerdoti come San Giovanni Maria Vianney – ha concluso il porporato – anche se senza particolari studi alle spalle, avevano dentro di se una speciale creatività pastorale, una grande apertura a Dio. Naturalmente, oggi nei tempi moderni gli studi e la preparazione specialistica dei sacerdoti vale tanto. Ma ogni cosa, anche il semplice affrontare la vita quotidiana, deve basarsi su Gesù”.

ZENIT ha incontrato poi padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia che, ricollegandosi alla riflessione del cardinale Piacenza, ha detto: “I tempi in cui viviamo sono simili all’epoca in cui vivevano gli apostoli. Loro avevano davanti il mondo pre-cristiano, noi invece abbiamo davanti il mondo post-cristiano”.

Alla domanda su come dovrebbe essere oggi un sacerdote per rispondere alle sfide contemporanee, il cappuccino ha risposto: “Innanzitutto deve tornare al metodo degli apostoli, cioè predicare Gesù Cristo”. “Penso che la gente – ha proseguito – oggi dice ai sacerdoti la stessa cosa che dissero i Greci a San Paolo: ‘vogliamo vedere Gesù’. La gente vuole vedere Gesù nei sacerdoti”.

Per questo motivo “le persone amano il nuovo Papa Francesco” secondo il predicatore della Casa Pontificia. Nel Santo Padre “vedono Gesù. La gente vede la sua umiltà, la sua semplicità e la sua apertura”.

A proposito della “rinascita religiosa” in Italia dopo l’elezione di Papa Bergoglio, padre Cantalamessa ha raccontato di aver incontrato “tante persone in Italia che stanno cercare di tornare alla fede”. Queste persone “testimoniano che impulso ha dato loro il nuovo Pontefice” e anche molti non credenti “cominciano a guardare con occhi diversi la fede e la Chiesa”. Il merito di tutto ciò – ha concluso padre Raniero – è comunque dello Spirito Santo “il grande restauratore che fa nuove tutte le cose”.

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Mariusz Frukacz

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