Il primo libro che porta la firma di Papa Francesco è un inno all’umiltà. Una virtù che i fedeli hanno apprezzato fin dal momento dell’elezione al soglio pontificio. Quel gesto di chiedere alle persone, riunite in Piazza San Pietro, di pregare per lui ha fatto subito breccia nel cuore dei cattolici. Un atto pieno di umanità poiché Bergoglio è stato da subito conscio del fatto che sarà in grado di condurre la Barca di Pietro solo appoggiandosi al Signore, chiedendo a lui discernimento ogni giorno con l’aiuto spirituale dei fedeli di tutto il mondo. Su questo piano si posiziona il testo Umiltà, la Strada verso Dio (Editrice Missionaria Italiana, 2013), che fa riferimento ad un discorso pronunciato ai fedeli nel 2005 dall’allora Card. Bergoglio a Buenos Aires. Un piccolo volume basato su un commento di Doroteo di Gaza, uno dei Padri della Chiesa vissuto nel VI secolo dopo Cristo.
L’umiltà viene presentata non come una virtù per deboli, ma l’unica strada percorribile per essere in comunione con gli altri e, dunque, vicini a Dio. Ovviamente ciò rappresenta il frutto di un cammino di anni, poiché non si tratta di un sentimento innato, ma esige un continuo lavoro su di sé fatto di autoesami e un “autoaccusa” per essere verso gli altri in posizione di servizio e mai di superiorità.
Esattamente quello che Papa Francesco sta dimostrando in questo primo periodo da Pontefice: l’importanza di farsi servitore degli altri, e non quella di essere servito. Come Cristo si è fatto umile, così ognuno di noi è chiamato ad imitarlo per arrivare a Dio e trovare la pace che solo Lui può dare. Una qualità che interroga ogni persona in ogni epoca storica: dai religiosi ai padri di famiglia, nessuno escluso. Gesù Cristo con il suo messaggio rivoluzionario è venuto sulla Terra a stravolgere le dinamiche del mondo, secondo cui chi vuole essere il primo deve partire dagli ultimi. Discorsi che ai giorni nostri possono avere il significato di un’autentica beffa. Un testo, che seppur breve è molto intenso, su una delle virtù più alte che derivano da Cristo.
Il commento finale di Enzo Bianchi, priore di Bose, impreziosisce questo libricino, che attualizza il discorso di Doroteo di Gaza con l’insegnamento di Papa Bergoglio. Un libro che ridona la speranza, che può illuminare situazioni difficili sotto la luce dello Spirito. Da leggere e rileggere.