Il Papa ordina domenica dieci nuovi sacerdoti per Roma

Sei italiani, due indiani, un argentino e un croato, dai 44 ai 26 anni, formati al Seminario Maggiore, al Redemptoris Mater e al Seminario della Madonna del Divino Amore

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Domenica 21 aprile Papa Francesco ordinerà dieci nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma. La liturgia si svolgerà nella basilica di San Pietro in Vaticano e inizierà alle 9.30. I dieci diaconi provengono dal Pontificio Seminario Romano Maggiore (quattro), dal Collegio Diocesano Missionario Romano “Redemptoris Mater” (quattro) e dal Seminario della Madonna del Divino Amore (due).

Il decano del gruppo è don Giuseppe Conforti, del Seminario Maggiore, che da due anni presta servizio nella parrocchia di San Policarpo. Nato 44 anni fa a Matera è arrivato nell’Urbe all’età di 14 anni: «Facevo parte di un gruppo alla chiesa argentina di piazza Buenos Aires – racconta -. Una volta ho perfino accompagnato all’aeroporto l’allora cardinaleBergoglio. Per mantenermi lavoravo come “Pr” e organizzavo feste. Ho sempre amato le relazioni con le persone e anche come prete cercherò di generare sorrisi».

Collabora con la comunità di San Corbiniano all’Infernetto, invece, don Giuseppe Tavolacci, 36 anni. «Per la mia vocazione – dice – è stato decisivo un pellegrinaggio a Lourdes compiuto nel 2002 insieme con l’Unitalsi». Poco lontano, a San Tommaso Apostolo all’Infernetto, sarà viceparroco don Pierangelo Margiotta, trentasettenne salentino. «Mi sono laureato in Scienze politiche a Bologna, poi ho fatto l’insegnante in provincia di Bergamo, ma il germe della vocazione – ammette – era dentro di me fin dall’infanzia». È nato in Argentina don Alberto Daniel Lopez Pantano, 40 anni, da due a Sant’Emerenziana a viale Libia. «Ho lavorato come ingegnere a Buenos Aires prima di decidermi a seguire la chiamata del Signore – spiega -. Ciò che mi unisce al Papa è Cristo, più che la terra di origine».

Arrivano dall’India, invece, i due diaconi del Divino Amore. Il più giovane è don Sijo Kuttikkattil, 26 anni, una vocazione «nata nell’ambiente familiare. Fin da quando ero piccolo, ci riunivamo ogni sera, a casa, per pregare, recitare il Rosario e condividere la parola di Dio». Una storia diversa quella di don Gnana Prakash Marlapati, classe 1973: «Mio padre era un pastore anglicano, poi si è convertito al cattolicesimo. Era un grande predicatore e con lui si convertì tutto il villaggio».

Si è formato al Collegio Redemptoris Mater, invece, il croato don Ivan Mladineo, 28 anni, vicario parrocchiale ai Santi Martiri dell’Uganda: «In famiglia siamo dieci fratelli – sottolinea – e ho già un fratello maggiore sacerdote e due sorelle carmelitane ad Avila, in Spagna». Una Giornata mondiale della gioventù, quella di Toronto del 2002, è stata fondamentale nel percorso di don Simone Giovannella: «Sono nato e cresciuto nella parrocchia di San Mauro Abate; qui sono entrato nel Cammino neocatecumenale e qui sto svolgendo servizio pastorale. Ci resterò anche dopo l’ordinazione, è una grazia inaspettata».

Dalla stessa comunità arriva pure don Fabio Vellucci, anche lui nel Cammino, che svolgerà il suo ministero pastorale a Sant’Ireneo a Centocelle. «È una realtà molto bella – osserva – nella quale posso riscoprire ogni giorno la gioia di mettermi al servizio delle persone». Anche la vocazione di don Paolo Marinelli (38 anni), è nata durante una Gmg, quella del 2000 a Tor Vergata: «Durante la veglia nella spianata – racconta – il beato Giovanni Paolo II disse che chi si sentiva chiamato dal Signore doveva cogliere l’occasione, e così ho deciso di iniziare un percorso vocazionale».

Prima di entrare al Redemptoris Mater, don Paolo lavorava per una nota multinazionale del lusso «ma poi – spiega – un brano della Scrittura mi ha toccato il cuore: nel Libro di Proverbi si dice che “la sapienza è più preziosa delle perle”. Ecco, io l’ho preso alla lettera». La parrocchia a cui è stato affidato è quella di Sant’Igino Papa.

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ZENIT Staff

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