Come è possibile crescere in preghiera e virtù? Qual è il miglior modo per vincere le proprie tentazioni e difetti? Sono domande che molti si pongono, quando cercano una guida per la propria vita spirituale.
Un libro di recente pubblicazione offre consigli su questa materia, a partire dal tema della direzione spirituale. Daniel Burke, coautore del saggio e direttore esecutivo del settimanale americano National Catholic Register, ha scritto Navigating the Interior Life: Spiritual Direction and the Journey to God (Emmaus Road Publishing), in collaborazione con padre John Bartunek LC.
Nella prefazione Burke descrive come, dopo la sua conversione e l’ingresso nella Chiesa Cattolica, ha ampiamente beneficiato della presenza di un direttore spirituale e di come si può utilizzare al meglio questo aiuto.
Burke ha scritto il suo libro perché, come lui stesso spiega, “alla fine, io credo che, fuori dai sacramenti, non c’è mezzo più grande e importante della direzione spirituale per aiutarci ad alimentare la nostra relazione con Dio e a crescere nella grazia”.
La direzione spirituale, spiega l’autore, è un modo con cui possiamo arrivare a conoscere meglio l’amore e a seguire Cristo, attraverso l’aiuto di qualcuno che ci guidi.
Non si tratta di una relazione capo-dipendente, ma piuttosto di qualcuno che è una sorta di allenatore che aiuta il giocatore a fare goal.
La direzione spirituale è diversa dalla confessione, difatti un direttore spirituale non deve necessariamente essere un sacerdote. Non si tratta nemmeno di un programma di “auto-aiuto”. “L’autosufficienza, la fiducia in se stessi, l’egocentrismo sono incoraggiati dalla cultura contemporanea, tuttavia essi sono dannosi per l’anima, quando irrompono nella vita spirituale”, osserva Burke.
“Il principale aspetto della direzione spirituale è l’unione con Dio”, afferma l’autore. Ciò avviene attraverso la scoperta della presenza di Dio nelle nostre anime, la sequela della Sua volontà e lo sviluppo di un amore per Dio e per i nostri fratelli.
L’autore poi risponde alla domanda del perché abbiamo bisogno di un direttore spirituale. Spesso, ha spiegato, siamo incapaci di riconoscere i nostri lati oscuri o di giudicare obiettivamente la nostra condizione o la strada che dovremmo seguire.
Sviluppo di una relazione con Dio
Perché abbiamo bisogno di una direzione spirituale? Spesso, spiega Burke, troviamo difficoltà a progredire nelle nostre vite spirituali e a resistere ai peccati o forse semplicemente a rompere con la mediocrità e con la mancanza di profondità nella nostra relazione con Dio.
Sulla scelta del direttore spirituale, Burke offre una serie di raccomandazioni, tra cui il consiglio di trovare la “Realtà”.
L’autore sottolinea quanto sia importante trovare qualcuno che sia fedele al magistero della Chiesa, che abbia esperienza di vita spirituale e che sia profondamente impegnato con Cristo. “Cerchiamo una relazione d’amore, non un esercizio accademico”, avverte Burke.
L’autore prosegue suggerendo delle linee-guida su come scegliere un direttore spirituale, che domande porgli per accertarsi che sia adatto e come gestire il primo incontro e il dialogo.
Burke descrive anche quelle che lui considera le responsabilità sia del direttore spirituale, sia di chi beneficia della direzione spirituale.
Una difficoltà che l’autore affronta varie volte è il problema di come trovare il direttore spirituale giusto. Visto il declino del numero di sacerdoti e religiosi, trovarne uno disponibile è tutt’altro che facile.
Continuare a cercare
Infatti, ammette Burke, talora sembra impossibile trovare un direttore spirituale. In questo caso è importante non arrendersi e continuare a cercarlo, facendo del proprio meglio da sé.
Andare a un ritiro, la riflessione e la preghiera personale, la devozione mariana, sono tutti validi mezzi per realizzare il progresso spirituale.
Un’altra pratica che può aiutare è compiere un’autovalutazione spirituale e provare a capire i propri punti di forza e di debolezza nella vita di virtù. La diagnosi di se stessi non è facile, riconosce Burke, ma sotto la guida dello Spirito Santo possiamo fare progressi e incamminarci nella giusta direzione.
L’ultima parte del libro si compone di una serie di guide, questionari e glossari per aiutare la gente ad identificare il proprio stato spirituale e quali siano i propri principali difetti e punti di forza nella propria vita spirituale.
Uno dei capitoli è intitolato Navigazione in un sentiero angusto, che, nonostante tutto, non è difficile come può sembrare, se solo seguiamo i “cartelli stradali” che Dio mette per noi.
In conclusione Burke lamenta il fatto che, molto spesso, la gente si limita all’osservanza di una pietà esteriore, senza sviluppare “una relazione d’amore con Cristo in questa vita, che apra l’anima ben al di là di quanto si possa immaginare”.