Il cristiano non "trucca" la vita, ma la accetta così come la vuole Dio

Nella Messa nella Casa Santa Marta, il Papa esorta ad affrontare le difficoltà della vita senza paura, certi che Cristo è al nostro fianco “anche nei momenti più oscuri” 

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“Non fare il maquillage alla vita”, ma accettarla come Dio permette che sia. Così il cristiano affronta i problemi della sua esistenza: non cercando scappatoie, ma affidandosi pienamente al Signore, che dona sempre una soluzione e non fa mancare il suo aiuto. Il ‘decalogo’ di Papa Francesco, stilato quotidianamente nelle omelie delle Messe in Santa Marta, si arricchisce di una nuova voce: non “truccare” la propria vita.

Prendendo spunto dalla lettura della liturgia odierna tratta dagli Atti degli Apostoli, il Santo Padre ha affermato che il cristiano accetta tutto ciò che gli accade nella vita, soprattutto le difficoltà, certo che il Signore della vita non è lui stesso, ma Dio. Un messaggio incisivo e una profonda lezione di vita per tutti i fedeli, in particolare i presenti alla celebrazione, tra cui gli uomini della Gendarmeria Vaticana, dei Vigili del Fuoco vaticani e le religiose Figlie della carità.

Come nelle precedenti omelie, anche stamane papa Francesco si è soffermato su alcune ‘scene’ – quanto mai attuali – della prima comunità cristiana. La lettura di oggi, in particolare, descriveva la discussione tra greci ed ebrei circa alcune necessità pratiche, come l’assistenza alle vedove, giudicata da molti trascurata.

“La prima cosa che fanno è mormorare: chiacchierare uno contro l’altro” ha osservato papa Francesco, “ma questo non porta ad alcuna soluzione”. “Gli apostoli – ha proseguito – con l’assistenza dello Spirito Santo, hanno reagito bene: hanno convocato il gruppo dei discepoli e hanno parlato”.

È quello il primo passo da compiere, secondo il Papa: “Quando ci sono difficoltà, bisogna guardarle bene e prenderle e parlarne, mai nasconderle”. Gli Apostoli, infatti, non si nascondono ma “valutano e decidono”, consapevoli che il loro primo dovere “era la preghiera e il servizio della Parola”.

E in tal senso la vicenda dei primi cristiani riportata dagli Atti si lega al Vangelo di oggi, in cui Gesù con le sue parole rassicura i Discepoli impauriti sul lago in tempesta. Ha ribadito infatti il Santo Padre: “Quando ci sono i problemi, bisogna prenderli e il Signore ci aiuterà a risolverli”.

“Non dobbiamo avere paura dei problemi. Gesù stesso – ha ricordato il Papa – dice ai suoi discepoli: ‘Sono io, non abbiate paura. Sono io’. Sempre. Con le difficoltà della vita, con i problemi, con le nuove cose che dobbiamo prendere: il Signore è là”. È vero “possiamo sbagliare”, ma “Lui è sempre vicino a noi e dice: ‘Hai sbagliato, riprendi la strada giusta’”.

Quindi, un’altra delle raccomandazioni di papa Bergoglio, pronunciata con la solita simpatia e sincerità, e per questo destinata a rimanere impressa nella mente: “Non è un buon atteggiamento quello di truccare la vita di fare il maquillage alla vita: no, no. La vita è come è, è la realtà. È come Dio vuole che sia o come Dio permette che sia, ma è come è, e dobbiamo prenderla come è. E lo Spirito del Signore ci darà la soluzione ai problemi”. 

La parola che Cristo rinnova oggi per noi è, dunque, “non abbiate paura, sono io!”, una parola che – ha rimarcato papa Francesco – deve accompagnarci e consolarci “nei momenti dove tutto è oscuro” e “non sappiamo cosa fare”. Certi di questo, “prendiamo le cose come vengono, con lo Spirito del Signore e l’aiuto dello Spirito Santo. E così andiamo avanti, sicuri su una strada giusta”.

Ha concluso il Pontefice: “Chiediamo al Signore questa grazia di non avere paura, di non truccare la vita, di cercare di risolvere i problemi come hanno fatto gli Apostoli, e cercare pure l’incontro con Gesù che sempre è di fianco a noi, anche nei momenti più bui della vita”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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