Siamo fatti per volare in alto!

La dittatura dell’apparenza rischia di farci dimenticare che abbiamo anche un’anima

Share this Entry

Nella società odierna sono in aumento le occasioni di disumanizzazione. Il corpo sta prendendo sempre di più il sopravvento sull’anima, generando una pericolosa non-cultura del vuoto e dell’apparenza.

Pensiamo, ad esempio, a ciò che accade in un ambiente che tocca particolarmente da vicino i giovani: quello della musica. Oggi l’attenzione dei ragazzi non è più rivolta soltanto ai dischi o ai concerti. Intorno ad un artista ruotano tanti altri elementi: siti internet, video televisivi e sul web, libri, fumetti, dvd, riviste, abiti, pagine sui social network, suonerie per i telefoni cellulari e qualunque altro tipo di oggetto commerciabile.

L’esplosione multimediale ha completamente sconvolto il modo di percepire la musica. Un tempo si ascoltava un disco alla radio, apprezzandone semplicemente la melodia. Il cantante veniva amato principalmente per le sue doti professionali, senza bisogno di ricorrere a trucchi o effetti speciali.

Oggi l’artista è diventato, soprattutto, “corpo”. Prima ancora di essere ascoltato, viene osservato. I ragazzi imparano a conoscerlo in televisione, attraverso i video musicali trasmessi dalle varie emittenti o sul web.

Di conseguenza gli artisti non possono più limitarsi a cantare e suonare. Hanno l’esigenza di essere belli, affascinanti, oppure strani. Devono per forza colpire l’attenzione del pubblico, rinnovando spesso pettinatura, abbigliamento, modo d’apparire.

Nell’era dell’immagine diventa indispensabile apparire e far dominare il proprio corpo. E’ necessario stupire, mettersi in mostra con un aspetto fuori dal comune.

La voglia di colpire ad ogni costo finisce per diventare una schiavitù. Tanti cantanti non sono più liberi. Sono costretti ad inventare sempre nuove provocazioni, pur di riuscire a scandalizzare e finire sotto i riflettori.

Questo genere di modelli finisce, inevitabilmente, per influenzare anche il comportamento dei giovani. Il corpo, per molti di loro, diventa il centro di tutto. Come i loro idoli della musica o della televisione, tanti ragazzi sentono il bisogno di colpire l’attenzione ad ogni costo. In questo modo, pensano di essere più facilmente accettati dagli amici o dall’ambiente che li circonda.

Ma c’è anche un altro problema: quello della ricerca della perfezione assoluta.

Nell’era dell’apparenza tutto dovrebbe essere “al top”. Le edicole sono piene di calendari con le fotografie (a volte ritoccate al computer) di modelle e attrici dalla bellezza irraggiungibile. La televisione, le copertine delle riviste e gli spot pubblicitari impongono gli stessi falsi miti.

I ragazzi si guardano spesso allo specchio. Quelli che non riescono ad assomigliare a certi modelli di “corpo perfetto” tendono ad entrare in crisi. Si sentono inadeguati, incompleti, quasi inferiori.

Come combattere questa tendenza? La soluzione è semplice. E’ necessario insegnare ai giovani che per affermare la propria personalità non occorre inseguire ciecamente i falsi modelli esibizionisti di oggi.

Noi non siamo soltanto corpi. Siamo anche anime. Perciò, aiutiamo i ragazzi a riscoprire la bellezza della natura umana e spirituale, anche attraverso la preghiera.

In questo modo, i giovani impareranno a volare in alto. Molto più in alto. 

Share this Entry

Carlo Climati

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione