La speranza che viene dalle staminali adulte

La conferenza internazionale in Vaticano si arricchisce di testimonianze di medici e pazienti

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Durante la prima sessione della Seconda Conferenza Internazionale sulle cellule staminali adulte in Vaticano, scienziati, medici e pazienti hanno avuto l’opportunità di condividere non solo i progressi nella ricerca sulle staminali adulte ma anche le loro potenzialità di trasformare la medicina di oggi.

Il dibattito etico sull’uso delle cellule staminali embrionali, secondo la dottoressa Robin Smith, ha oscurato i progressi compiuti sulle cellule staminali adulte, che derivano da campioni di tessuto adulto. La dottoressa Smith è presente alla conferenza in qualità di presidente della Fondazione Stem for Life e di direttore esecutivo di NeoStem, centro di ricerca all’avanguardia nella terapia cellulare.

La terapia a base di cellule staminali – specie di colture di cellule staminali adulte – può essere usato per rigenerare tessuti morenti nel corpo di una persona sofferente per malattie debilitanti, come l’Alzheimer, il Parkinson o la sclerosi multipla.

“Nel novembre 2001, abbiamo tenuto la prima conferenza sulle cellule staminali. Da allora il mondo intero si è svegliato”.

“Migliorando i risultati clinici, siamo in grado di salvare centinaia di vite umane”, ha detto la studiosa. “Non stiamo parlando di semplici medicazioni”, ha proseguito. “Stiamo parlando di curare il cuore con cellule staminali adulte. Re-inserendo queste cellule in un organo danneggiato, significa far tornare indietro le lancette dell’orologio a quando era sano. In soli 17 mesi, abbiamo avuto progressi stupefacenti nella cura della leucemia”.

Il lavoro di ricerca sulle cellule staminali inizia solo adesso ad essere compreso. L’ultima conferenza non disponeva di relazioni che illustravano i benefici della terapia cellulare sulla sclerosi multipla e sul diabete. La dottoressa Smith ha affermato che negli Stati Uniti sono stati spesi 245 miliardi di dollari per la cura del diabete, che può causare cecità, ictus e amputazioni che “peggiorano soltanto le cose”.

“La terapia cellulare ha le potenzialità per riscrivere la storia di questa malattia”, ha detto Smith. “Le cellule staminali adulte sono qualcosa su cui tutti possiamo essere d’accordo; esse sono eticamente pure. Possiamo afferrare ciò che è dentro di noi e introdurlo in un corpo”.

L’obiettivo della conferenza, ha concluso la presidente di Stem for Life, è stato quello di ispirare un cambiamento e promuovere la verità e le promesse dietro la scienza delle cellule staminali. “Speriamo di dimostrare che non dovrete più scegliere tra scienza e fede”.

In cerca di speranza

A moderare il primo giorno di conferenza è stata la corrispondente di NBC News, Meredith Vieira, che assieme al marito, il giornalista Richard M. Cohen, ha aperto con la loro battaglia con la sclerosi multipla.

La scelta di partecipare alla conferenza, ha spiegato Vieira, “è stata personale”. In un momento di emozione, durante il suo discorso, Vieira ha detto: “Non sono solo una giornalista in cerca di risposte; sono una moglie in cerca di speranza”.

Sebbene al momento attuale non vi sia alcun trattamento disponibile per chi soffre di sclerosi multipla secondaria progressiva, “la terapia cellulare ci ha dato speranza”.

Proseguendo sul tema della speranza, Cohen ha auspicato che se ne sottolinei l’importanza, nonostante essa sia “elusiva, difficile da afferrare e dura da sostenere”.

“Quando mi fu diagnosticata avevo 40 anni. Il mio neurologo mi disse soltanto ‘mi dispiace’ e non mi ha illustrato un piano. Non c’era nessuna terapia possibile per la sclerosi multipla”.

“È dura alzarsi ogni giorno e guardare allo specchio. Non siamo persone che sapevano davvero cosa fare e chi essere. L’assalto contro di noi non è solo ai nostri corpi; è allo spirito, a come vediamo noi stessi, alla nostra auto-stima, alla fiducia in noi stessi, alla nostra volontà di uscirne e provare ad avere un futuro. È davvero un obiettivo arduo”.

Cohen ha affermato la propria convinzione che la terapia a base di cellule staminali adulte sia il futuro, spiegando di aver smesso di andare dal neurologo e di seguire terapie convenzionali, semplicemente perché “non funzionano in modo adeguato”.

“Guardo alla sclerosi multipla e al lavoro fatto [sulla terapia a base di cellule staminali adulte] che è straordinario, credo che in futuro i pazienti non utilizzeranno più terapie convenzionali. Andremo tutti in cerca di terapie cellulari”, ha detto Cohen.

Il dottor Saud A. Sadiq, specialista in neurologia che ha compiuto vaste ricerche sulla causa della sclerosi multipla ai fini di trovare una cura, è stato il primo relatore. Dato il contesto dell’incontro, tenuto in Vaticano, il dottor Sadiq ha riflettuto sull’importanza della fede, quando ci si confronta con la malattia. “Sono molto credente e uso la fede per consolare i miei pazienti, quando iniziano a perdere la speranza”, ha detto.

“Quando andiamo incontro a momenti oscuri, quando vediamo pazienti come Richard [Cohen], attingiamo alla fede, la speranza per continuare. Ho anche ricevuto ispirazione e speranza da tutti i miei pazienti”.

Un “cambiamento di paradigma” in medicina

Il dottor Richard Burt, responsabile della Divisione di Immunoterapia al Dipartimento di Medicina della Northwestern University di Chicago, ha dichiarato che siamo ad un “cambiamento di paradigma”, nell’uso della terapia a base di cellule staminali adulte. “Si tratta di un trattamento unico, contrapposto ai trattamenti medici continuativi di un tempo”.

Il dottor Burt ha proseguito dicendo che la terapia a base di cellule staminali adulte è sicura ed evita i farmaci usati per il cancro come le radiazioni, ricostruendo un sistema immunitario completamente nuovo.

Due pazienti sottoposti a terapia cellulare staminale dal dottor Burt, Roxane Julia Beygi e Jim Danhakl, hanno condiviso con i partecipanti al congresso le loro positive esperienze, dopo aver ricevuto le terapie a base di cellule staminali adulte. Beygi ha affermato che la medicina convenzionale le ha solo aggiunto problemi ulteriori, come la difficoltà di deambulazione, capogiri, perdita di senso dell’orientamento.

“Dal momento del trapianto la mia vita è cambiata – ha detto -. Penso a quali corsi universitari potrei frequentare, anche ai vestiti che devo indossare. Penso al mio futuro, ho un futuro adesso”.

Danhakl, che è stato pilota da caccia in Marina per 25 anni, ha parlato della sua battaglia e della speranza guadagnata a seguito delle terapie del dottor Burt.

“Sono passato dal correre la maratona a riuscire al percorrere non più di 100 metri a piedi – ha detto Danhakl -. Quando la tua vita ti viene derubata, è molto difficile avere speranza”.

“Quando vidi per la prima volta il dottor Burt ero in sedia a rotelle, poi immobilizzato a letto. Volevo svenire sentendo entrare e uscire. I vecchi amici venivano a visitarmi per dirmi addio e io pensavo: ‘è così’”.

Danhakl ha detto che nel giro di due settimane dalla ricezione di cellule staminali, ha iniziato a fare i suoi primi passi. Nel giro di un mese ha iniziato a camminare senza accompagnatore e ora è tornato alla completa normalità. Sebbene soffra occasionalmente di dolore ai piedi, Danhakl ha detto che ciò è nulla, se paragonato all’essersi trovato alla soglia della morte.

Dopo aver ringraziato il dottor Burt per avergli salvato la vita, Danhakl ha espresso il proprio stupore per aver appreso quanto tale terapia sia pressoché sconosciuta nel mondo. “Questa procedura – ha detto – sta salvando persone come me e Roxane. Ho sentito gente parlare di sclerosi multipla e dire che non c’è trattamento e mi chiedo: perché non lo gridano dalla cima di una montagna?”.

Concludendo la prima sessione della giornata, Neil Warma, direttore esecutivo e presidente di Opexa Therapeutics, ha ammesso di non essere ri
uscito inizialmente a vedere la connessione tra il Vaticano e il mondo scientifico, ospitando una conferenza di tre giorni. Dopo aver preso confidenza con la precedente conferenza, Warma ha detto di aver “apprezzato l’approccio formativo del Vaticano”.

“Il mondo si sta finalmente svegliando di fronte alle potenzialità offerte dalla terapia cellulare”, ha detto.

Il direttore esecutivo di Opexa ha spiegato i benefici del Tcelna, una immunoterapia a base di cellule-T per la sclerosi multipla. Il Tcelna, ha detto, “può avere la potenzialità di affrontare le significative esigenze mediche insoddisfatte della grande comunità della sclerosi multipla”.

Il Tcelna usa le cellule del paziente stesso, isolando le cellule-T nei pazienti, espandendo quelle cellule ad una terapia e re-inserendole in un paziente. Warma afferma che le “cellule del paziente agiscono come un farmaco” ricostruendo il tessuto danneggiato.

Nonostante il Tcelna abbia passato la seconda fase delle prove cliniche, Warma ha affermato che ci vorrà ancora molto tempo prima che diventi disponibile per tutti. “L’incontro di oggi è un passo significativo nel portare la terapia al paziente che ne ha bisogno”.

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Junno Arocho Esteves

Newark, New Jersey, USA Bachelor of Science degree in Diplomacy and International Relations.

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