Domenica 7 aprile, ore 8, Casa di Santa Marta in Vaticano: il Vescovo, monsignor Francesco Cavina, stava facendo colazione quando ha avuto l’onore di incontrare il Santo Padre che continua a vivere nel residence voluto da Papa Wojtyla nel 1996.
“Un incontro molto, molto emozionate – racconta il Vescovo -. Ero a Roma per tenere le mie consuete lezioni all’Università e alloggiavo presso la Casa di Santa Marta, destinata ad ospitare vescovi e sacerdoti che lavorano in Vaticano ma anche ad accogliere religiosi di passaggio a Roma. Ero seduto tranquillamente quando il Pontefice, vedendo un Vescovo che non conosceva, si è informato chi fosse, poi si è avvicinato con molta naturalezza".
"Mi ha detto di sapere che ero il pastore della Diocesi più terremotata dal sisma del maggio scorso e mi ha raccomandato – sottolinea monsignor Cavina – di portare la sua benedizione a tutti i sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai fedeli, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà come segno della Sua vicinanza e del Suo affetto. Papa Francesco si è informato sulla ricostruzione, ha voluto sapere a che punto siamo ma soprattutto ha raccomandato a tutti noi di mantenere viva la speranza. Mi ha colpito l’incredibile semplicità del Vescovo di Roma, il suo approccio così naturale da lasciare senza parole. E’ stato un incontro molto cordiale – commenta il Vescovo - serbo un ricordo straordinario anche perché, quella mattina, tutto pensavo ma non certo di avere un dialogo così con il Pontefice”.
L’ennesima conferma della naturalezza di Papa Francesco che, almeno per il momento, ha optato di vivere nella Casa di Santa Marta privilegiando una sistemazione semplice, in comunione con gli altri sacerdoti e vescovi.
Ma non è finita qui: Papa Bergoglio ha voluto donare a monsignor Cavina dei ricordini da distribuire ai fedeli della Diocesi. Un piccolo segno tangibile di sostegno e amicizia e, per noi, l’inizio di un “dialogo” con un Papa che si è fatto, da subito, vicino a tutti e a ciascuno.